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Perché frana il monte Gorsa

Comitato “Slavinach”

La frana del 13 settembre sul versante settentrionale del monte Gorsa non rappresenta certo una novità, né per la zona del porfido né per la montagna in questione. Eventi franosi di cave e discariche se ne sono verificati diversi negli ultimi vent’anni e per quanto riguarda il monte Gorsa, ricordiamo che dal 1996 incombe sul lago di Lases la frana dello "Slavinach", per la quale si attende ancora il concreto intervento di risanamento da parte della Provincia. Ma anche per quanto riguarda la zona sovrastante la strada provinciale che collega Albiano con Lases, il movimento franoso di cui si parla in questi giorni non è una novità. Ricordiamo infatti che già nel 1988 l’Amministrazione comunale di Lona Lases era stata costretta ad intervenire, chiudendo perfino la strada provinciale, a causa di un movimento franoso proprio nella medesima zona. Vennero in quell’occasione, realizzate delle opere di messa in stabilità del versante che prevedevano anche il divieto di escavazione al piede dello stesso.

Il problema si ripresenta però il 10 agosto 2002 a causa, guarda caso, di lavori di escavazione al piede, così descritti nella relazione del Servizio Geologico della PAT: "Durante il sopralluogo si è inoltre avuta la percezione che siano stati eseguiti in tempi recenti piccoli lavori di movimentazione terra.... [che] potrebbero configurarsi come la più probabile causa della riattivazione del dissesto franoso".

Come per lo "Slavinach", dunque, ancora una volta la causa va cercata nel mancato rispetto delle prescrizioni da parte delle ditte che effettuano l’estrazione del porfido e ancora una volta la logica che presiede a tali comportamenti è quella della rapina delle risorse con conseguente privatizzazione degli utili e socializzazione dei danni ambientali e quindi degli oneri per porvi rimedio.

Una domanda a questo punto: dall’agosto 2002 ad oggi sono state rispettate le prescrizioni fatte dal Servizio Geologico?

Ha certo ragione quindi il dott. Giacomo Nardin, geologo del Comune di Albiano, quando afferma sul quotidiano Trentino del 18 settembre che "è tempo di agire" e "non si può più tergiversare o meglio, far finta di nulla".

Ciò conferma che, purtroppo, fino ad oggi così sono andate le cose, se non peggio, e a noi pare già una denuncia gravissima!

Vigilio Valentini e Walter Ferrari del Comitato “Slavinach”

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