Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca

Il Centro della scienza a tutti i costi

E dài e dài, i trentini si beccheranno il "Centro della Scienza". Un nome pomposo per nascondere un’idea balzana, balorda, una foglia di fico per coprire la vergogna di una speculazione edilizia su un’area pregiata letteralmente scippata alla città.

Il mega-architetto di grido è la foglia di fico sulla foglia di fico, un espediente per tappare la bocca agli scettici, per rendere meno macroscopico l’ennesimo conflitto di interessi: è chiaro che Renzo Piano farà gli interessi dei committenti, non della città. E ai committenti interessano i metri cubi di cemento, non il verde, altrimenti addio guadagno. E per rendere meno indecente la speculazione si è pensato di far edificare una grottesca opera pubblica come il Centro della scienza, una ridicolaggine di cui nessuno francamente sentiva il bisogno, tranne le nostre teste d’uovo al governo provinciale. Così paga l’ente pubblico, cioè Pantalone, e i "privati" fanno un figurone a costo zero. Non fa una piega. Si spera almeno che Piano non ripeterà gli orrori edilizi di Trento nord e sud, che sono sotto gli occhi di tutti. Perché, a parte il centro storico, bisogna dirlo, questa città fa schifo. Fare un quartiere chic in centro per i ricconi e le solite nomenklature della burocrazia non salverà Trento dal suo quasi definitivo squallore.

Come sarebbe bello fare un referendum per chiedere ai cittadini: "Volete un parco pubblico o il Centro della Scienza?" È sicuro che ai trentini, del centro della scienza, non gliene frega assolutamente nulla, mentre tutti agognerebbero un polmone verde nella città dove passeggiare in santa pace coi bambini, praticare sport nella natura, andare in bicicletta senza rischiare la vita.

I nostri giardinieri comunali avrebbero sicuramente saputo realizzare senza sforzo un parco meraviglioso, e a costi irrisori. Cosa volete che costino alberi e prati? Invece no. Bisogna spendere centinaia di miliardi, chiamare il mega-architetto - che certo non viene per due lire - e sfasciare anche l’ultimo angolo di città che poteva essere finalmente verde, per costruire altre palazzine e palazzoni, altri uffici, "centri della scienza" che di scientifico hanno solo lo spreco sistematico dei quattrini pubblici. Alla faccia delle reali necessità dei cittadini.