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QT n. 13, 30 giugno 2007 Scheda

“Bisogna mettere al centro il cittadino”

Intervista a Gianni Lazzari

G ianni Lazzari è coordinatore del comitato E-Society per la Provincia Autonoma di Trento che, tra le altre cose, ha prodotto delle linee guida per la "società dell’informazione".

Nella nostra inchiesta abbiamo visto che i siti dei nostri Comuni, tolti quelli più grandi, sono piuttosto poveri di contenuti. A questo punto anche parlare di cose tecniche, come si fa oggi, quando mancano i contenuti non sembra avere molto senso.

"Tolti i grandi Comuni c’è poco. E’ vero che c’è anche un problema di digital divide: in molti Comuni non c’è una forte diffusione dell’uso del portale o del sito per comunicare con i cittadini. Questo deriva da una mancanza di cultura, di attenzione, di consapevolezza dell’importanza dell’uso e della diffusione di questi strumenti".

Il comitato E-Society, ha prodotto delle linee guida chiare, condivisibili, ma che sembrano rimanere lettera morta rispetto ai servizi offerti dalle nostre amministrazioni.

"Il lavoro del comitato deriva dal piano di Lisbona dell’Unione Europea e si propone di portare attenzione all’accessibilità alla partecipazione, alle infrastrutture di base, all’informazione. Ma poi, nei fatti, nella pubblica amministrazione, a basso livello, non è molto diffuso. Se c’è, è legato più al lavoro di qualche singolo, magari di qualche sindaco o di qualche gruppo più che del sistema.

Il comitato cerca anche di stimolare delle azioni concrete, ma queste cose non funzionano se imposte dall’alto. Abbiamo anche degli obiettivi con le scuole, dei progetti  che inducano la popolazione a usare queste tecnologie. E’ un problema di non immediata soluzione: per un cambiamento di massa credo ci vogliano un paio di generazioni.

I problemi sono a diversi livelli. Sugli atti di indirizzo ci siamo. C’è una volontà di mettere in moto certi processi. Che però si arenano nella fase di attuazione, specialmente a livello dei piccoli Comuni.

La maggior parte delle azioni sono state fatte per migliorare e razionalizzare l’organizzazione e i rapporti con i professionisti. Quello che manca - e sono d’accordo con lei - sono le azioni sui servizi diretti ai cittadini. Oggi il focus e le risorse sono rivolte all’interno, probabilmente anche a ragione, perché producono, o perché ci si augura che producano, un risparmio."

Cosa possono aspettarsi i cittadini nel prossimo futuro a questo riguardo? Ci saranno dei servizi dove al centro ci sia il cittadino?

"In generale manca, o non è ancora evidente, una progettualità che coinvolga direttamente il cittadino.

Il comitato insiste nell’attivare dei progetti che abbiano degli impatti sul cittadino. Uno di questi, particolarmente ambizioso, riguarderà la gestione della cartella clinica dei cittadini. E’ in fase di finanziamento, non è ancora partito. Al centro del sistema ci sarà il cittadino perché i dati sono suoi, poi ci saranno gli ospedali, i medici. Ma il cittadino deve rimanere al centro. Abbiamo poi progetti per il triangolo studente, scuola e genitori e per il voto elettronico.

Una parte di questi progetti prevede dei punti specifici per motivare i cittadini ad usufruire di questi servizi via Internet".