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QT n. 4, 25 febbraio 2006 Scheda

Pazzi e criminali? Si nascondono e si dimenticano

Come vanno le cose nel resto d’Italia? Senza dubbio la legge 180 è recepita solo a spezzoni. Ma ci sono Regioni dove con coraggio ci si confronta con le difficoltà della malattia mentale, altre dove si prova addirittura a ritornare a proporre i manicomi. I percorsi sono comunque difficili, lo dimostra il rinnovato interesse che sta riscuotendo Psichiatria Democratica, la storica associazione che ha voluto offrire fiducia e speranza ai malati, l’associazione che ha difeso con il cuore la legge 180.

Ma ovunque, sia nelle regioni governate dal centro-sinistra che quelle con governatori di centro–destra, si nasconde, o meglio si cancella la realtà dei manicomi dove sono detenute persone che vengono definite "criminali".

In questi luoghi accade di tutto. Si sconta la pena, ma vi si rimane ancora per anni, perché la società esterna non riesce ad offrire servizi di accoglienza, o lavoro. Si diventa degli invisibili e ci si rassegna, ci si annulla. Sono luoghi che non permettono alcuna politica di inserimento, eppure questi centri accolgono anche tanti giovani. Si pensi che solo il 15 –20 % dei reclusi ha commesso reati pesanti quali l’omicidio, la maggioranza è carcerata per minacce, percosse, o furti. Lo Stato trasferisce a questi istituti per il vitto la cifra di 1,75 euro al giorno. Provate a chiedervi cosa sia possibile mangiare con una simile cifra. O quale sia la qualità della vita dentro questi luoghi. I carcerati sono tanti, oltre 1200, sono luoghi che cancellano la presenza dell’eventuale malattia e che mantengono attiva solo la categoria giuridica, ma come detto, rendendo impossibile ogni percorso riabilitativo.

Riusciremo ad abbattere questi muri? Cominciando da quelli disumani delle carceri, ma avendo il coraggio di incidere in quelli che circondano le nostre case, quei tanti muri che rendono sempre più difficile il dialogo fra chi si presume sano, posato, e chi è un po’ strano, o trova difficile rapportarsi con una società sempre più burocratica ed impersonale?

Questa è la scommessa che dobbiamo affrontare, nelle città ma anche dentro le vallate delle Alpi. Da noi probabilmente non c’è bisogno di avere l’infrastruttura carceraria, siamo stati capaci di costruirla, renderla impermeabile e solida, pur con l’assenza di mura. Quando c’è il problema giriamo la testa, e ci concentriamo sull’economia che soffre, sugli sciatori che non arrivano e sugli alberghi che rimangono mezzi vuoti.