Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca

No alle bombe sulle moschee

Chi ha deciso questa guerra, ne risponderà alla propria coscienza, a Dio e all’umanità. Chi ha deciso che perfino i luoghi di preghiera sono obiettivi strategici, chi ha deciso di bombardare anche una moschea in Iraq per uccidere coloro che vi si sono rifugiati ha definitivamente deciso che non esistono santuari di pace, spazi di riconciliazione, luoghi di intima ricomposizione, di sofferta invocazione, di coraggiosa e profetica verifica del nostro agire. L’uomo non ha più dove rifugiarsi, non ha più dove essere accolto, non ha più dove riconoscere gli errori e ricominciare, l’uomo non ha più dove sognare e progettare, l’uomo non ha più dove ascoltare il proprio Dio e abbracciarlo. All’uomo resta solo la fuga, la paura, la rabbia e il desiderio di vendetta. Non possiamo più permettere che siano solo le armi a risolvere le crisi. Non possiamo più permetterci di calpestare la proposta evangelica della nonviolenza e del perdono.

Ecco perché, guardando al crocifisso, denunciamo un divario insormontabile, fra chi, nella propria debolezza, vive ed esercita la forza dell’amore per gli uomini e per Dio, e chi nello spiegamento della propria forza militare e mortale vuole rendere gli altri deboli, e in definitiva, vuole eliminare anche Dio. C’è una distanza incolmabile fra chi è disposto a spendere la vita per il bene di ogni uomo e di ogni donna e in questo rintraccia il senso della propria esistenza su questa terra e chi è pronto a immolare la vita (propria e degli altri) sull’altare degli interessi, dell’economia, del potere, della supremazia.

Questo vogliamo testimoniare ai nostri fratelli mussulmani e crsitiani, nient’altro che il vangelo di Gesù. Non è possibile questo ripetersi continuo di ingiustizia e di morte, per noi cristiani questo è il tempo della speranza, la Pasqua è simbolo concreto di pacificazione tra l’uomo e Dio, la passione di Cristo in queste giornate così cariche di violenza è oggi ancora una volta la passione dei popoli che vivono il terrore della guerra .

Facciamo un invito alle comunità cristiane: offrite un gesto di solidarietà e vicinanza ai fratelli musulmani portando alle loro moschee un segno di riconciliazione, un ramo di ulivo e una bandiera con i colori della pace, primavera dell’uomo. Unitevi a loro nell’invocare la pace e la giustizia.

Articoli attinenti

Nello stesso numero:
Perché ritirarsi
In altri numeri:
I cattolici e la guerra
Paolo Moiola

Commenti (0)

Nessun commento.

Scrivi un commento

L'indirizzo e-mail non sarà pubblicato. Gli utenti registrati non devono inserire altre verifiche e possono modificare il proprio commento dopo averlo inserito.

Riporta il codice di 5 lettere minuscole scritto nell'immagine. Puoi generare un nuovo codice cliccando qui .

Attenzione: Questotrentino si riserva la facoltà di cancellare commenti inopportuni.