Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca
QT n. 13, 28 giugno 2008 Servizi

Antonio Salvotti

Antonio Salvotti nacque nel 1789 a Mori, da famiglia agiata. Studiò legge all’università di Landshut, in Baviera, dove fu discepolo del Savigny, maestro della scuola storica del diritto. Il rapporto con il grande giurista tedesco fu duraturo e profondo: tra i progetti di Salvotti riemerse costantemente quello di tradurre, o far tradurre, le opere del Savigny in italiano.

Avvocato a Trento, sembrava destinato a una brillante carriera nella professione forense. Appenna ventiquattrenne fu invece chiamato alla magistratura. Gli furono affidati alcuni importanti processi politici: nel 1819 fu incaricato di portare a termine l’inchiesta aperta a Venezia nei confronti dei Carbonari del Polesine; nel 1821, presso lo stesso tribunale, fu inquirente nel processo a Pellico e Maroncelli; nel 1822, nominato consigliere presso il tribunale di Milano, assunse lo stesso ruolo nei confronti di Confalonieri, Pallavicino, Andryane e gli altri cospiratori Federati.

La sua abilità inquisitoria e la sua identità di funzionario austriaco di nazionalità italiana si prestavano a farne un antimodello polemico. Gli imputati, in lettere private al giudice che aveva determinato la loro incriminazione e condanna, riconobbero spesso la sua correttezza e umanità; nelle memorie autobiografiche di altri si andò affermando invece l’immagine dell’inquisitore diabolico, dall’aspetto accattivante quanto, di fatto, letalmente insidioso. Come altri giudici tirolesi (Mazzetti, Zaiotti e altri ancora) finì con l’incarnare l’italiano nemico della sua patria, strumento inflessibile nelle mani del dispotismo austriaco. Quanto più veniva esaltato il martirio degli incarcerati allo Spielberg, quanto più gli uomini da lui inquisiti acquistavano la dimensione di leggende viventi, tanto più il profilo di Salvotti si cristallizzava in un’immagine tutta negativa.

E tuttavia, a livello della ricerca storica vera e propria, la revisione di quei giudizi venne relativamente presto, ancora agli inizi del Novecento. Del 1901 è il libro di Alessandro Luzio, "Antonio Salvotti e i processi del Ventuno", che costituisce una piena riabilitazione del personaggio, che esercita sullo storico una fascinazione evidente.

Alla stessa stagione di studi risale anche la prima demitizzazione dei patrioti sottoposti a processo e condannati: lo studio delle carte processuali dimostrava le loro debolezze e talvolta meschinità, ne corrodeva impietosamente la rappresentazione eroica.

Negli anni successivi il ruolo di Salvotti va visto all’interno della storia dello stato asburgico, del quale fu un funzionario prestigioso e influente. Conservatore che aveva in orrore le rivoluzioni, inflessibile sostenitore dell’assetto uscito dal Congresso di Vienna, era tuttavia un riformista sul piano dell’organizzazione della giustizia e dell’amministrazione pubblica. Diede un attivo contributo alla riforma della legislazione penale austriaca. Fece parte del Consiglio dell’Impero (dal 1850) e collaborò alla conclusione del Concordato del 1855.

Sulle posizioni e sull’operato di Salvotti come giurista mancano studi complessivi; il migliore punto di riferimento è un saggio di Umberto Corsini, "Decentramento e pubblicità nella amministrazione della giustizia: Antonio Salvotti 1850-1852", in "Atti dell’Accademia roveretana degli Agiati", s. 6, fasc. A, v. 29 (1989), pp. 71-96.

Gli anni della sua maturità, ricchi di successi sul piano del ruolo pubblico, furono tormentati dalle scelte politiche del figlio Scipio, ardente patriota, incarcerato in Austria e accusato di alto tradimento.

Antonio Salvotti morì a Trento nel 1866.

Articoli attinenti

Nello stesso numero:
Il romanzo di Antonio Salvotti

Commenti (0)

Nessun commento.

Scrivi un commento

L'indirizzo e-mail non sarà pubblicato. Gli utenti registrati non devono inserire altre verifiche e possono modificare il proprio commento dopo averlo inserito.

Riporta il codice di 5 lettere minuscole scritto nell'immagine. Puoi generare un nuovo codice cliccando qui .

Attenzione: Questotrentino si riserva la facoltà di cancellare commenti inopportuni.