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I “benpensanti facinorosi”

Scritte anarchiche a Trento

È il Trentino che l’8 novembre apre in prima pagina, titolone di testa “La città in mano agli anarchici”; all’interno il sindaco si traveste da Rudy Giuliani: “non ci sarà tolleranza”. L’Adige è più contenuto, si limita a un servizione interno “Gli anarchici assaltano il centro città” corredato dai commenti feroci delle autorità “Il sindaco: ‘Un oltraggio’” “Dellai: ‘Impacchettateli’”.

A L’Adige forse pensano di essersi lasciati superare dal quotidiano concorrente, e quindi il giorno dopo, mentre il Trentino si modera, occupano loro la prima pagina “La Lega contro la polizia” il titolone, e di rincalzo il sottotitolo “Inerte contro gli anarchici. Garantiremo noi l’ordine” naturalmente con le mitiche ronde. Stranamente trova spazio anche per un po’ di ragionevolezza: “Il questore replica: ‘evitate violenze’”.

La vicenda tornerà prepotente in prima pagina, questa volta in simultanea su entrambi i quotidiani, il 25 novembre: “Anarchici, primi tre arresti”.

In mezzo a questo festival dell’indignazione, che gonfia il petto ai politici di varie estrazioni, cui i giornali supinamente fungono da altoparlante, le uniche parole sensate vengono dalla rubrica di Franco de Battaglia sul Trentino. Nel numero del 17 novembre de Battaglia riporta i fatti alla loro realtà: “Gli anarchici erano stati espulsi dalla città perché avevano occupato un edificio, come l’asilo di San Martino, da troppo tempo vuoto. Come vuoti sono troppi edifici in attesa di speculazione futura, mentre cresce il numero delle famiglie sfrattate”.

Insomma, il peccato originale di quei ragazzi è aver voluto trasformare in un asilo un edificio desolatamente vuoto, come tanti altri di proprietà pubblica, che vengono a ripetizione murati perché non ci sia qualcuno che, come alla Palazzina Liberty o all’ex Zuffo, li utilizzi per finalità sociali non istituzionali. “Se c’è chi occupa l’etere con la corruzione televisiva, e vuole poi occupare la giustizia, se ci sono gli speculatori che occupano l’economia umiliando il lavoro per privilegiare la rendita finanziaria, non sembra poi così delittuoso ‘occupare’ un asilo dismesso, le cui finestre murate promettono prospettive lugubri”. Il problema è che l’opinione pubblica sembra invece sequestrata da quelli che giustamente de Battaglia definisce “i benpensanti facinorosi”.

A ribadire ed ampliare il concetto, interviene il 24 novembre, sempre sulla rubrica di de Battaglia, Gianfranco de Bertolini, avvocato, che - replicando ai suddetti benpensanti - affronta il tema in termini di diritto: “A fronte dei bisogni gravi e delle sofferenze delle persone, lo spreco dei luoghi, delle case, dei beni è un’arroganza, non un diritto”. E ancora: “I ragazzi, e non solo, che manifestano ci chiedono, nel loro linguaggio, coraggio e non perbenismo, confronto e non repressione, solidarietà forse loro malgrado nella provocazione, attenzione infine alle vere provocazioni. Cosa sono una maschera o una bomboletta, se non un aiuto a fronte della continua consumazione delle persone, della società e dell’ambiente?

Parole sante, financo ovvie. Ovviamente prese in non cale da chi, politico o giornalista, ha come proprio punto di riferimento i “benpensanti facinorosi”, o è lui stesso nel numero.

Di questo smarrimento del senso delle proporzioni si ha riprova il 26 novembre. Una sia pur dura scazzottata tra studenti, di quelle che da sempre si registrano e sono state ampiamente raccontate al cinema e in letteratura, a iniziare dai Ragazzi della via Pal, viene assurta a dimensione epocale. “Maxirissa tra studenti” titolano in prima, a piena pagina Trentino e L’Adige del 26 novembre (più controllato il Corriere del Trentino, che si limita a un taglio basso su due colonne). E poi pagine e pagine all’interno e nei giorni a seguire.

Si crede forse di fare il bene dei giovani enfatizzandone fino alla caricatura ogni smagliatura nei comportamenti? Gli stessi giovani che - a piacere - diventano “angeli” cui dedicare stucchevolissime paginate agiografiche se (in genere stupidamente) muoiono in moto; oppure piccoli criminali se vengono beccati a scazzottarsi, come peraltro fanno tutti i cuccioli del pianeta.