Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca
QT n. 7, 7 aprile 2008 Servizi

Faccia a faccia Santini-Froner

Quattro domande (e qualche replica) per due candidati.

Illustriamo i principali temi di questa campagna elettorale attraverso un dibattito (a distanza) tra due contendenti delle principali formazioni (vedi anche Elezioni: i favoriti): Laura Froner del Partito Democratico, deputato uscente e candidata alla Camera, e Giacomo Santini del Popolo della Libertà, ricandidato al Senato per il collegio della Valsugana.

L’intenzione è quella di fornire al lettore, attraverso l’incrocio delle risposte, un quadro dei differenti approcci alle questioni più scottanti.

1. La campagna elettorale si è qualificata, molto più che nel passato, come campagna delle promesse. I due maggiori candidati, Berlusconi e Veltroni, fanno a gara ogni giorno nel promettere nuovi tagli alle tasse e nuove provvidenze per pensionati, giovani, precari, operai, ecc. Ora, a parte il dato positivo della nuova centralità delle porzioni più disagiate della società, questo rincorrersi di più spese e meno entrate non sembra una presa in giro?

Giacomo Santini:"Nonostante gli sforzi che i due leader quotidianamente producono, in realtà non riescono a litigare sul serio, perché i due programmi sono analoghi; e così le promesse, o impegni elettorali come preferisco chiamarli, si rincorrono ogni giorno. In tale situazione non credo che nessuno possa essere credibile, anche perché nessuno ha dati certi sull’andamento congiunturale dell’economia, né su come siamo usciti da questa legislatura, né cosa aspetti il futuro capo del governo. Quindi io credo agli indirizzi generali di entrambi gli schieramenti – aumento di pensioni e salari – ma non credo alle cifre che si sparano".

Laura Froner: "Non è vero che rilanciamo ogni giorno. Già nel programma elettorale abbiamo definito i temi di una rinnovata politica economica; poi nel corso della campagna si precisano via via gli specifici capitoli. E il tutto è pienamente coerente, proprio perché abbiamo individuato anche le risorse necessarie. Che sostanzialmente vengono da due fronti: la lotta all’evasione fiscale, che già in questi due anni ha dato ottimi esiti e ancor maggiori ne darà in futuro; e il contenimento della spesa pubblica, attraverso una razionalizzazione e l’eliminazione delle strutture doppie o superflue. Abbiamo individuato tanti provvedimenti in questo senso. Solo un esempio: le unioni tra Comuni, con la razionalizzazione dei servizi. Teniamo presente che siamo stati gli unici a riuscire ad operare sul debito pubblico, riducendone l’incidenza e e liberando quindi nuove risorse".

2. Passiamo alla credibilità della politica, e anche dell’Italia. Nella scorsa campagna elettorale Prodi mise l’ammodernamento della giustizia e la lotta alla criminalità come punto-base, per la rinascita del Sud e il prestigio internazionale dell’Italia; e poi nominò Mastella ministro della giustizia. In questa campagna la parola "mafia" è pronunciata poche volte, la pulizia delle liste è opinabilissima. Non esiste etica della responsabilità: il PD è sempre il partito di Bassolino; il PdL di Micicchè e degli amici di Cuffaro. I codici etici sono scritti e prontamente messi nel cassetto: lei, Froner, secondo il codice etico del PD, avrebbe dovuto scegliere tra la carica di sindaco e quella di deputato, e il codice etico è stato "sospeso"; non parliamo del PdL, che qui candida Malossini, reo di corruzione e ricettazione.

Santini: “Sono comprensibili le obiezioni del cittadino di fronte a certe candidature; ma bisogna distinguere tra vicende giudiziarie aperte e chiuse, tra reati di mafia e reati amministrativi, che possono andare da irregolarità nella gestione della cassa dell’oratorio o della Banca Centrale Europea. Bisogna distinguere...”

Facciamo un solo caso: Malossini, corruzione e ricettazione.

“Beh, quando la pena è estinta, bisogna dare possibilità di riscatto. Si aiutano anche gli ergastolani.”

Giusto, facciamogli fare un lavoro socialmente utile. Non metterei un rapinatore a guardia della cassa.

“Sergio D’Elia, condannato a 20 anni per l’assassinio di un poliziotto e fatto eleggere da Rifondazione è stato un pessimo esempio. E’ molto meno grave una condanna per leggerezze nella gestione...”.

 Ma che vuol dire? Se Rifondazione fa una fesseria voi subito la copiate?

“Dico che ci vuole più coraggio a far eleggere un assassino rispetto a uno che ha avuto problemi amministrativi”.

Cosa è, la corsa al peggio?

“Beh, diciamo che la legge elettorale non aiuta. Va cambiata, e lo si poteva fare in pochissimi mesi, poi la sinistra ha aggiunto la riforma costituzionale, e allora abbiamo capito che si voleva allontanare all’infinito la data delle elezioni e abbiamo detto no, per non perdere il momento favorevole datoci dal governo Prodi. Così eleggiamo un parlamento lontano dalla volontà dei cittadini, il che è andato bene ad entrambe le parti, che hanno sistemato gente altrimenti non eleggibile”.

Froner: "Ho già dichiarato che non intendo sottrarmi a questa norma del codice etico, anche se non è coercitiva. Se sarò eletta, darò le dimissioni come sindaco: in otto anni, penso di aver dato quello che potevo dare. Sulla mafia: non condivido il giudizio di scarsa attenzione del governo Prodi, e per il futuro la candidatura di Anna Finocchiaro a governatore della Sicilia è un segnale molto importante, a esemplificare l’attenzione che nel nostro programma sul Sud diamo al contrasto alla mafia, punto fermo dello sviluppo

Per la Campania abbiamo speso candidature esemplari, come quella di D’Alema. Poi, chi ha responsabilità, deve risponderne; se Bassolino ha deciso di rimanere, ne risponderà lui".

E’ del vostro partito, è un problema politico, e vostro. Non è che contiate sul voto di scambio che comunque Bassolino è in grado di gestire?

"Non ha dato le dimissioni per rispondere in modo più diretto a un’emergenza... spero sia così. Poi verranno prese le decisioni. Comunque Veltroni l’impegno a rifiutare certi voti lo ha dichiarato esplicitamente: ‘Non vogliamo i voti della mafia’. Più chiaro di così...".

3. Uno dei refrain più stucchevoli è quello della “difesa dell’Autonomia”. L’Autonomia bisogna difenderla da Roma centralista? O non piuttosto con politiche locali adeguate? O magari non si confonde la difesa dell’Autonomia con la difesa dei soldi dell’Autonomia?

Santini: "Nessuno del mio schieramento ha in mente di attaccare l’Auonomia della Provincia o della Regione. Gli attacchi di Galan e di Formigoni sono posizioni personali, per soddisfare loro esigenze elettorali, e non trovano alcun riscontro nel centro-destra. Ed anche l’intesa obbligatoria (vedi la risposta della Froner, n.d.r.) è condivisa sia da destra che da sinistra: e con essa l’Autonomia è blindata: qualsiasi modifica dovrà essere condivisa a Trento e Bolzano.
Il vero problema è l’aspetto finanziario e come lo si gestisce. Il fatto che grazie ai soldi noi abbiamo un benessere diffuso, non significa che l’Autonomia sia gestita in maniera adeguata. Il costo della macchina burocratica, cioè la spesa corrente, è ancora il 60% del bilancio, e non diminuisce. E’ la politica dei troppi dipendenti pubblici, della gestione dei soldi ottundente, il pubblico che pensa a tutto affinchè il cittadino non pensi".

Froner: "Veramente si è parlato, da parte dei governatori del centro-destra come Galan, non solo di eliminare il sovrappiù di dotazioni, ma le competenze, l’Autonomia stessa, non ritenendola motivata. E in commissione Affari Costituzionali la proposta per cui le variazioni allo Statuto devono essere approvate con l’intesa obbligatoria dei nostri due consigli provinciali, è passata con l’opposizione della forzista Biancofiore. Secondo me a volte non ci rendiamo conto dei vantaggi dell’Autonomia: del livello dei servizi che abbiamo rispetto al resto d’Italia; o di come sia citata a livello internazionale, ad esempio, da ultimo, dal Dalai Lama. Poi, è vero, dobbiamo sperimentare di più, non dobbiamo fermarci a difendere e basta: abbinando l’attenzione all’ambiente alle nuove infrastrutture oggi necessarie, la banda larga, la ferrovia, guardando agli esempi degli altri paesi europei, soprattutto dell’arco alpino".

La Moschea, la colletta, la libertà di religione

L a questione della moschea per gli islamici, con i due episodi di segno opposto - la raccolta di firme contrarie da parte della Lega e la colletta a favore organizzata da padre Butterini e stigmatizzata dal vescovo - è indicativa del rapporto con l’immigrazione...

Froner: "Il mio punto di riferimento è la Costituzione: la libertà di culto è un punto su cui non si transige. Poi la colletta di padre Butterini è un’evidente provocazione che ci pone quest’interrogativo: noi che vogliamo essere fratelli di tutti, perché non possiamo esserlo attraverso fatti concreti? Si può discutere se una raccolta di fondi è il mezzo più adeguato, ma in proposito mi trovo in perfetta sintonia con la coppia di medici di Pergine, volontari in Africa, che hanno detto come non si capisce come possa esserci da una parte chi (la Lega) incita pubblicamente al sopruso, e dall’altra sia attaccato chi invoca la tolleranza".

Santini: "Sono con il vescovo, per una questione di misura. Butterini ha fatto una sortita ad effetto, che sapeva avrebbe suscitato scalpore, perché ha posto il tema sul piano della contrapposizione. Che, se esiste, non andrebbe sottolineata".

Veramente è la Lega che raccoglie le firme per impedire la moschea...

"Se di fronte ad un’iniziativa estrema ne contrapponi una opposta, crei il caso. In realtà, nel PdL di questo non si è parlato, non c’è una posizione condivisa".

E lei personalmente che pensa? Gli islamici hanno sì o no diritto a un loro luogo di culto?

"Certo, come tutte le altre religioni: Purché siano solo luoghi di culto".