Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca
QT n. 13, 30 giugno 2007 Monitor

Manuale per assassini inesperti

La sedicente "docu-fiction" di Matrix sugli omicidi di Erba: un inutile sfoggio di cattiva recitazione, nel frusto tentativo di pescare nel torbido.

18 giugno 2007. Come se non fosse già abbastanza triste ritrovarsi a guardare la televisione in una notte d’estate, osservando un ginocchio gonfio che si riprende lentamente da un’operazione ai legamenti, odo una ferale notizia: la trasmissione "Matrix" vuole proporre una ricostruzione degli omicidi di Erba avvenuti lo scorso dicembre in una "docu-fiction" creata appositamente. La prima reazione è ovvia: disgusto. Da come si svolsero le cose allora, appare chiaro che non c’è motivo di "ricostruire" i fatti, che sono già stati ampiamente sviscerati a tempo debito dalle autorità competenti e nei mezzi d’informazione. Al limite, poteva risultare comprensibile il fatto di voler competere sullo stesso piano (basso, basso, basso) di "Porta a Porta" titillando il gusto per il macabro e rinfrescando la memoria dello spettatore tipo, parzialmente lobotomizzato, cui è indirizzata buona parte della programmazione delle reti Mediaset analizzando, magari, qualche orribile omicidio del passato. Un fatto avvenuto appena sei o sette mesi fa, del quale, per giunta, deve ancora essere celebrato il processo, non si capisce proprio a che scopo debba essere portato di nuovo in televisione, puntigliosamente ripresentato come se si trattasse di una guida all’omicidio perfetto. Per non essere preda dei preconcetti, però, e anche per una certa curiosità da entomologo, ho voluto sottopormi alla aberrante visione e ne ho dedotto alcune riflessioni.

Il conduttore di Matrix, Enrico Mentana.

La sedicente "docu-fiction" (pratico termine inglese che risulta dalla contrazione di "documentary", documentario, e "fiction", finzione) è in realtà strutturata seguendo i canoni più infimi dei telefilm di produzione italiana.

Il punto di vista è quello di un agente in pensione che ha interrogato in più occasioni uno dei coniugi accusati dell’omicidio e serve da collante all’intero "film" come "voce fuori campo". Dopo un preambolo in cui due attrici recitano l’entrata in casa delle prime vittime di Erba, i pietosi sceneggiatori fanno cadere un velo sullo svolgersi dell’omicidio. Velo che prontamente verrà alzato quando si tratterà di proporre in flashback quanto avvenuto la notte dell’ 11 dicembre 2006 secondo le versioni degli indiziati di reato. Ovviamente sarebbe stato troppo sobrio puntare ad un unico flashback: la scena viene proposta più volte con lievi alterazioni, come se il regista si fosse divertito a fare il verso a Kurosawa.

Il finale si consuma fra l’ennesima visione di cosa si sarebbe potuto vedere da un ipotetico buco della serratura (una condanna per quei vicini che, sentendo le urla, non si sono precipitati sul pianerottolo, mentre gli altri vicini venivano anch’essi coinvolti?) e alcune parole prese da una lettera che i due coniugi in attesa di giudizio hanno scritto al prete che ha celebrato le loro nozze (il perdono via Santa Madre Chiesa, consolatorio miraggio).

Senza nemmeno potersi riprendere dalla sensazione di vomito che questo inutile sfoggio di cattiva recitazione, sfacciata propaganda (tutte le televisioni nel "film" sono sintonizzate su canali Mediaset) e generale cattivo gusto mi ha provocato, ecco comparire il faccione compiaciuto del conduttore televisivo. La pubblicità arriva come una benedizione. In spregio del pericolo per il mio stomaco, guardo anche parte del "dibattito" che segue, dove il "giornalista" si scusa più volte per la realizzazione frettolosa del filmato, ma tutti paiono pietrificati: una guardia carceraria cerca di rispondere in maniera intelligente e guardinga a domande che hanno il solo scopo di pescare nel torbido o invitare al linciaggio, il commissario di polizia in pensione consulente della "docu-fiction" non ha nulla da aggiungere e l’unica "rivelazione" viene dal ragazzo tunisino che ha perso figlio e moglie: cercherà di fare carriera se gli offrono un lavoro onesto, oppure tenterà la strada del mondo dello spettacolo dove ha già alcuni amici.

Il giorno dopo leggo alcuni commenti pre-trasmissione sul sito de La Repubblica, dove molti invitano a non guardare, alcuni insultano il conduttore di "Matrix", altri sostengono che il diritto di cronaca vale anche in questa occasione. Io penso che l’unica cosa buona scaturita da questo triste mini can-can tutto televisivo, è proprio aver letto i commenti di quelle 400 persone che hanno sentito il bisogno di esprimere il proprio parere. Non sono affatto d’accordo con quanto è stato scritto sul Corriere della Sera: alla fine il conduttore di "Matrix" non ha vinto, non può vincere nessuno in una storia del genere.

Parole chiave:

Commenti (0)

Nessun commento.

Scrivi un commento

L'indirizzo e-mail non sarà pubblicato. Gli utenti registrati non devono inserire altre verifiche e possono modificare il proprio commento dopo averlo inserito.

Riporta il codice di 5 lettere minuscole scritto nell'immagine. Puoi generare un nuovo codice cliccando qui .

Attenzione: Questotrentino si riserva la facoltà di cancellare commenti inopportuni.