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QT n. 4, 24 febbraio 2007 Servizi

Così si difende seriamente la famiglia

Ecco perché in Francia la natalità sta risalendo.

Diversi paesi europei, fra cui l’Italia, si trovano ad affrontare una crisi demografica. Le risposte dei politici, dettate più dall’ideologia e da pregiudizi, non fanno che peggiorare la situazione. Forse perché i politici sono quasi esclusivamente uomini, faticano a far proprie le conclusioni delle commissioni di studio da essi stessi insediate a diversi livelli istituzionali e le raccomandazioni dell’Unione Europea, le quali, come è noto, indicano nella custodia dei bambini il punto decisivo del sostegno alle famiglie.

Privilegiare l’incentivo economico non risolve affatto il problema cruciale, che ormai in diverse esperienze si è dimostrato essere la conciliazione dei lavori delle giovani donne, e in parte dei giovani uomini, in presenza di figli. In Provincia di Bolzano solo in quattro centri principali sono presenti asili nido e i posti disponibili sono di gran lunga insufficienti a soddisfare il bisogno dei genitori. Il tasso di natalità è ancora piuttosto elevato, rispetto alla media italiana, ma la sofferenza delle giovani famiglie è forte.

Molto interessante in questo ambito è il sistema francese. La Francia ha invertito il suo trend storico di crisi demografica. Oggi il tasso di natalità francese è del 1,9 figli per donna, uno fra i più alti in Europa. I francesi hanno affrontato così in modo positivo il problema della natalità e dell’invecchiamento della popolazione, che preoccupa i tedeschi e gli italiani, per i riflessi in prospettiva sulla previdenza. Questo suscita una grande invidia nel paese vicino, la Germania, che partendo da una situazione simile – evoluzione del concetto di famiglia, boom delle famiglie monoparentali, alto tasso di divorzi - non riesce a frenare il calo di natalità. In Italia, anch’essa simile, almeno nella sua parte di centro-nord alla situazione europea, si è ancora più indietro, e gli uomini al potere si illudono di risolvere il problema con aumenti dell’età pensionabile delle donne, senza tener conto che serviranno allo Stato molti soldi per creare le strutture di cura per gli anziani e per i bambini che oggi vengono affidati a titolo gratuito al lavoro non pagato delle figlie e delle nonne. Un gatto che si morde la coda, in mancanza di politiche favorevoli alle donne.

Premesso che a parere di chi scrive probabilmente vi è anche del buono nel fatto che le donne determinino per loro scelta un decremento demografico in paesi che sono troppo affollati e che lo sembrano di più per essere privi di un livello civile di servizi, l’attuale differenza è effetto di politiche profondamente diverse. Come nel caso ormai di lunga data della Svezia, in Francia è stato determinante il punto di partenza. Il prof. Hartmut Kaeble, docente dell’Università di Berlino ha così sintetizzato la ricetta francese: le donne non sono costrette a scegliere fra professione e famiglia, e lo Stato sta dalla loro parte, non con le chiacchiere o i sentimentalismi, ma con un solido e generoso sistema di interventi concreti.

Il concetto di “Rabenmutter”, letteralmente madre-corvo, cui in Italia corrisponde, pur in mancanza di un’espressione cosi precisa, un atteggiamento analogo di riprovazione verso le donne che lavorano, è assente in Francia, o almeno non appartiene alla politica. La società si fa carico delle nuove generazioni, e l’aiuto concreto prende molte forme.

Le strutture di custodia dei bambini e delle bambine a disposizione delle famiglie sono a tempo pieno, e i genitori le possono usare in modo flessibile. Un sogno per la nostra regione, dove gli orari dei nidi, là dove queste strutture esistono, delle scuole per l’infanzia, insufficienti, e delle scuole, fanno impazzire i genitori, che devono inventarsi di tutto per affidare a qualcuno i loro bambini negli orari in cui le strutture non sono aperte, sempre che siano fra i fortunati che riescono a trovare posto.

In Francia, per i bambini con meno di tre anni, esistono le crèches, i nidi, per il cui incremento di recente vi è stato un imponente investimento finanziario e progettuale e che sono garantiti a tutti. Per i più piccoli, i genitori si possono rivolgere anche alle nounou, una sorta di “Tagesmutter”, che sono concepite tuttavia come scelta e non come forma di risparmio per la mano pubblica. Infatti le nounou in Francia sono pagate dai nidi e non dai genitori. Esiste un contributo, ma assai ridotto. Un giorno alla settimana hanno l’obbligo di accompagnare i bambini al nido, per farli partecipare a un’esperienza di vita sociale.

I piccoli francesi entrano alla scuola materna a 3 anni o anche a 2, e questa scuola è completamente gratuita. Accanto alle scuole, che hanno orari prolungati, un’istituzione molto interessante sono gli accueils de loisirs o centres aérés, centri per il tempo libero, 33.000 in Francia, che accolgono bambini, bambine, ragazze e ragazzi dall’età scolare (2-3 anni) fino alla maggiore età, 18 anni, con attività animate da un personale altamente qualificato, di carattere culturale, sportivo, scientifico, tecnico, naturalistico. Le stesse attività che possono svolgere durante le vacanze nei séjours de vacances, forma moderna di colonie, dove bambini e ragazzi possono fare sport, fra cui canoa e kayak, mountain bike, equitazione, tiro con l’arco, vela, oppure attività artistiche, studio all’aperto di astronomia, corsi di informatica, e scoperta della natura, ecc.

Oltre a garantire, secondo quanto previsto dalle raccomandazioni della Commissione per la famiglia della UE, un’ottima custodia educativa dei bambini, lo Stato interviene molto efficacemente con sostegni di tipo finanziario destinati ai bambini, e alla famiglia. Ecco i principali.

- Assegni famigliari mensili per i figli: 117,14 euro per 2 figli, 267,21 per 3 figli, 417,28 per 4 figli. E queste cifre sono maggiorate rispettivamente di 32,95 euro e di 58,57 euro per ogni figlio di età superiore a 11 e a 16 anni.

- Altri assegni vengono versati alle famiglie sotto un certo reddito. Per ogni figlio, 152,46 euro.

- Prestazioni per i neonati: 840,96 euro versati in una sola volta al settimo mese di gravidanza.

- Un assegno di base, dopo la nascita e fino ai 3 anni del bambino, di 168,20 euro al mese.

- Un buono di libera scelta della custodia, che viene attribuito ai genitori che lavorano che impiegano una persona a domicilio per custodire i loro figli di età inferiore a 6 anni. Lo Stato prende in carico una parte dei costi della custodia. Circa 500.000 genitori ricevono questo tipo di aiuto

- Un buono di libera scelta di attività, in caso di riduzione o di interruzione dell’attività professionale da 126,77 a 501,56 euro per mese.

- L’assegno di ingresso scolastico: una cifra di 268.01 euro per l’acquisto di materiali scolastici per bambini appartenenti a famiglie dal basso reddito. Nel 2006 circa 2,9 milioni bambini fra i 6 e i 18 anni ne hanno beneficiato.

- Gli assegni di sostegno famigliare per le famiglie monoparentali. Al padre o alla madre che hanno in carico un figlio privo dell’aiuto dell’altro genitore ricevono 82,36 euro al mese.

Tutte le prestazioni sono cumulabili.

I bambini sono cari. In tedesco si distingue fra lieb (amati) e teuer (costosi). Il sistema francese dimostra che una società che li ama considera necessario spendere per farli crescere bene. E non può limitarsi a chiedere alle giovani donne di sacrificarsi per loro. Una scelta che imposta la spesa pubblica con uno sguardo al futuro, e contribuisce anche a creare le condizioni per il diritto di ricerca della felicità.