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La mangiatoia di piazza Dante

Dilemma: sono più sorprendenti (o scandalose) le parole di Grisenti o i commenti di Dellai?

In due parole: i risultati delle elezioni sono stati, in Trentino, molto deludenti per la Margherita, malgrado la fitta rete di amministrazioni comunali capeggiate da sindaci di quel partito. Al che, qualche pezzo grosso margheritino avrebbe indirizzato ad alcuni di costoro questa colorita espressione: "Attenzione, che la magnadora l’è alta"; ovvero, nella traduzione dell’Adige che racconta la storia nel numero del 15 aprile: "Attenzione che la mangiatoia è alta, come dire: attenzione, sindaci, visto che non avete portato i consensi attesi…, ora i contributi li riceverete con più difficoltà".

Sono parole grosse, e la fonte della rivelazione (l’on. Boato, dei Verdi, che parla – è il minimo – di "frasi vetero-democristiane") è autorevole, ma per un paio di giorni non succede niente. Poi arriva la conferma di Renzo Anderle, sindaco di Pergine e presidente del Consorzio dei Comuni: "C’è stata la telefonata di qualche assessore che si esprimeva in termini poco formali e che ha amareggiato molto". Quella magnadora, nota, "evoca discorsi clientelari".

Quel "qualche assessore" non viene ancora chiamato per nome, ma è facile ipotizzare che si tratti di Silvano Grisenti, data la sua doppia veste di assessore ai Lavori pubblici e agli Enti locali.

Confermata la notizia, partono i commenti. Carlo Andreotti: "In Trentino c’è un regime…, un clima di ricatto… se Dellai non interverrà, le minoranze saranno costrette a chiedere l’istituzione di una commissione d’inchiesta".

Sergio Divina, parlando di "assessore picciotto": "E’ un avvertimento dal sapore decisamente mafioso".

E più pragmaticamente Mauro Bondi: per evitare certi rischi, sarebbe bene "separare la delega agli enti locali da quella per i lavori pubblici", "oggi entrambi in mano all’assessore Grisenti" – nota il cronista, ufficializzando quello che ormai tutti avevano capito.

E il presidente della Giunta?

Dellai spera evidentemente che dopo la prima notizia la faccenda si sgonfi subito e, imprudentemente, smentisce tutto: "Non sono a conoscenza di questi comportamenti e anzi li escludo categoricamente e mi sembra una ricostruzione piuttosto fantasiosa". Dando così modo a Boato, quando la storia arriverà a campeggiare sulla prima pagina dell’Adige, di fargli notare la sua improntitudine: "Perché Dellai ha negato tutto? Se non era a conoscenza delle telefonate avrebbe dovuto dire ‘Non ne so nulla ma approfondirò’".

Sia pure in ritardo, finalmente Dellai approfondisce, parlando con Anderle che gli conferma la veridicità della "magnadora alta" di Grisenti. E a quel punto rilascia una dichiarazione imbarazzata ma soprattutto priva di senso: "L’assessore ha utilizzato, ritenendo di farlo (?), in un contesto confidenziale, espressioni poco opportune ma nulla di più… Il sindaco (Anderle, n.d.r.) ha negato che ci siano elementi in quelle telefonate che possano avere una qualche rilevanza per la magistratura, cosa che era ovvia per me, e quindi penso che si sia montato un caso che non esiste. Penso che al massimo si può giudicare l’opportunità di alcune espressioni colorite ed equivoche privatamente usate dopo il voto dall’assessore con alcuni sindaci appartenenti allo stesso partito, quindi nell’ambito di un rapporto personale".

Quest’ultimo argomento è ripreso dallo stesso Grisenti, che neppure si sente in dovere di scusarsi, sia pur tardivamente: "Le frasi rientravano in un normale rapporto fra esponenti politici dello stesso partito… Non c’era nessun tono intimidatorio".

Ma siamo matti? Vediamo anzitutto il significato di quella frase. Certo, non è minacciosa, ma è peggio: il guaio (i pochi voti procurati al partito) ormai è fatto, non ha senso ricattare, minacciare. Quella che Grisenti annuncia è una vendetta già decisa. O si trattava di una battuta scherzosa, alla Berlusconi?

E vediamo il contesto. Grisenti chiacchierava coi sindaci della crisi della Juventus, amico fra amici? Discuteva di beghe interne del comune partito? O era un rappresentante delle istituzioni, un assessore provinciale, che parlava con dei sindaci, altre figure istituzionali?

E la famosa svolta etica di Dellai a cosa si riduce, se tutto quanto è privo di rilevanza penale non merita di essere discusso? Allora basta la magistratura!

"E’ troppo facile – commenta Boato - fare le prediche sull’etica nella politica in astratto e poi quando ci si trova di fronte al primo fatto concreto di malcostume politico fare finta che non sia successo niente".

Quanto a Grisenti, "è la stessa persona che poche settimane fa… invitava alla formazione politica e culturale… Forse c’è bisogno di qualche presupposto per essere maestri di formazione culturale e politica".