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La repubblica delle arance

Jörg Haider lascia i Freiheitlichen e fonda un nuovo partito. E il premier Schüssel esulta.

La repubblica delle arance: così il Tiroler Tageszeitung (giornale filo-governativo per vocazione)ha voluto caratterizzare l’Austria. Il cui governo, da qualche settimana, non è più una coalizione dei popolari con i Freiheitlichen, ma con l’Alleanza per il futuro dell’Austria, ovvero "BZÖ" (Bündnis Zukunft Österreich), più nota come lista Arancia, fondata e capeggiato dal solito Jörg Haider.

Jörg Haider.

Nessuno capisce più un’acca. La maggioranza del governo si fonda su un partito fantomatico che nessuno ha mai votato, che ha lasciato un monte di debiti (ufficialmente, 3 milioni di euro, secondo altre fonti, 7 milioni) al vecchio partito FPÖ, che ha preso però la quasi-totalità degli onorevoli (a 7500 euro mensili, e si capisce perché han cambiato partito invece di votare per elezioni anticipate) ed il finanziamento pubblico per i gruppi parlamentari.

Per fare cosa? In sostanza, per appoggiare il governo del cancelliere Schüssel. Il quale incassa e ringrazia, continuando così a capeggiare un governo in realtà monocolore (popolare) fino al 2006.

Questo cancelliere, per farla finita con i "mascalzoni rossi" (la definizione è dell’ex-capogruppo popolare, Andreas Khol, attuale Presidente della Camera), nella primavera del 2000, dopo le elezioni del 1999 (con i popolari sorpassati dai Freiheitlichen) formò una coalizione con Haider, che gli lasciò il posto di cancelliere, sapendo bene che un governo Haider sarebbe stato impresentabile in Europa. Haider lasciò anche la presidenza del partito e non fece parte nemmeno del governo; ma tutti sapevano che il vero leader del partito sarebbe stato lui.

Wolfgang Schüssel.

I Freiheitlichen erano arrivati al potere (e al record storico del 27%) con una feroce politica di opposizione qualunquista, nazional-popolare, a volte perfino "di sinistra", in difesa dei "lavoratori onesti" contro le cricche al potere. Al governo, però, comandava Schüssel e la sua linea neo-conservatrice e neo-liberale. Per questo, dopo una prima serie di elezioni provinciali perse, la destra del partito, con Haider dietro le quinte, insorse per difendere la "vera natura" nazional-popolare del partito.

Ma nel 2002 fu Schüssel a prendere l’iniziativa: indisse elezioni anticipate, e ne uscì primo, dimezzando i Freiheitlichen. Dopo la farsa dei negoziati coi verdi (c’era, nel partito popolare, chi davvero voleva cambiare rotta e fondare una coalizione di centro-sinistra, ma Schüssel ingannava tutti, sia la sinistra interna dei popolari che i verdi), formò un nuovo governo "nero-blu", cioè popolari/FPÖ, con la rappresentanza blu ridotta a due ministri e qualche sottosegretario. Con questo nuovo governo, fece la controriforma del sistema pensionistico, la quasi-privatizzazione delle Ferrovie e la contro-riforma dell’università.

Intanto, continuava la serie di disastri elettorali dei Freiheitlichen, e cresceva il nervosismo nel partito. La destra-destra, cioè la sinistra del partito (ammesso e non concesso che, ad esempio, Alessandra Mussolini sia a sinistra di Fini e Storace) insorse ancora. Il parlamentare europeo Mölzer, nella sua veste di "storico" e "coscienza" del partito, criticò ferocemente il governo, fino a farsi espellere. Il partito di Vienna, capeggiato da un certo Strache, edizione 2000 dell’ Haider versione ’80, avviò una campagna per cacciare (ancora) la dirigenza del partito (allora in mano alla sorella di Haider; non c’è che dire, la Patria e la Famiglia sono dei valori!), mentre Jörg si ricandidava alla presidenza del partito, per cacciare, a sua volta, le forze "distruttive", cioè anti-governative.

Ma a qualche settimana dal congresso, le sue chances apparivano scarse, così decise di distruggere il partito da lui stesso costruito e fondò il movimento dell’Arancia. Il partito "ufficiale" espulse la famiglia Haider e tutti i ministri e sottosegretari, mentre nelle varie province c’è chi aderisce al nuovo movimento, chi giura fedeltà al partito, e chi sta a guardare. Tutti gli onorevoli, tranne 3, sembra facciano parte dell’Arancia. Insomma, la confusione regna sovrana o quasi: ma a regnare davvero c’è solo Wolfgang Schüssel. Il quale si richiama al principio costituzionale del libero mandato dei parlamentari: se questi decidono di lasciare la lista per cui sono stati eletti e aderiscono a un nuovo partito, tutto bene, purché appoggino il cancelliere. Anche il Capo dello Stato sembra non abbia da ridire.

E la soap continua: di nuovo, c’è chi, fra i popolari, sta manovrando per costruire nuove alleanze, e perfino certi capi degli industriali chiedono elezioni anticipate e un nuovo governo che includa i verdi.

Con elezioni anticipate, al momento, sia la lista blu che l’Arancia potrebbero restar fuori dal Parlamento. Schüssel, ovviamente, fa il culo di pietra. Fra un anno, spera, tutto si risolverà, nella repubblica delle arance.