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Jennifer batte Ludwig

Considerazioni sulla declinante autonomia della musica. A partire dall’ultimo cd di Jennifer Lopez, e dal suo splendido culo.

Secondo il mio amico Maurizio Dini Ciacci, direttore d’orchestra e valente pianista, forse fra 4 anni non si faranno più concerti classici.

Sono d’accordo con lui, pur considerando la sua provocazione eccessivamente drastica: concediamo un po’ di tempo in più a quella formula ottocentesca e borghese che prevede un artista sul palcoscenico che suona e un pubblico in platea che ascolta... Ma anno più anno meno, il concerto tradizionale è destinato a cristallizzarsi in un rituale, in una rovina archeologica.

Siamo in un’epoca in cui qualsiasi evento fantastico o reale ci viene porto dai media attraverso molteplici stimoli sensoriali: la televisione, il cinema, il computer appagano con estrema efficacia vista e udito...

E la nostra odierna mobilità, spinta dall’ansia di sfuggire alla noia, ci conduce in luoghi e situazioni che impegnano tutti i nostri sensi. Con poche ore di volo possiamo provare il brivido del freddo groenlandese, mentre osserviamo montagne di ghiaccio che scintillano come diamanti, ascoltiamo silenzi interrotti da versi di animali sconosciuti e assaporiamo un salmone arrostito.

Oppure, in direzione sud, possiamo respirare l’effluvio salmastro dell’oceano e immergerci nelle tiepide acque di atolli corallini tra frotte di pesci multicolori... Ma non serve andare così lontano: in fondo sensazioni intense e coinvolgenti possiamo ottenerle da una gita al mare o in montagna, a Gardaland o in discoteca. Sta di fatto che la vita ci offre di continuo intriganti e totalizzanti emozioni.

Quindi mi domando: c’è ancora un senso, oggi, nel comprare un biglietto per andare ad ascoltare in religioso silenzio un pianista che suona Beethoven?

In fondo anche la musica segue un suo ciclo. Se ne ripercorriamo l’epopea dobbiamo considerare che per gran parte della storia la musica non ha costituito una forma d’arte autonoma: i poeti la utilizzavano per rendere più piacevoli le narrazioni e le declamazioni (ma anche come espediente mnemonico per ricordare la sequenza dei versi); i pedagoghi al suo ritmo educavano alla ginnastica i loro allievi; i condottieri la usavano per spronare le proprie file e intimorire quelle avversarie (alcuni storici sostengono che a violare le mura di Costantinopoli non fu soltanto il supercannone di Urban ma l’assordante concerto di pifferi e trombe ordinato dal sultano durante l’assedio); anche la Chiesa se ne serviva per mantenere e rinvigorire la proiezione mistica e il senso di appartenenza alla comunità; mentre nei casini di tutto il mondo allietava le ore d’amore... Insomma, diciamolo francamente, la musica l’ha fatta da puttana almeno fino al ‘500, epoca in cui in Europa le cose cambiano: la musica progressivamente si emancipa e diviene Arte con la A maiuscola, anzi, la regina delle arti, un linguaggio che secondo Baudelaire esprime emozioni ineffabili.

E’ probabile che la supernova stia esaurendo la sua carica di splendore e che per continuare a brillare abbisogni del riflesso di altre stelle. La cartina di tornasole di questo processo è costituita dai video musicali. Ormai nessun brano di musica leggera viene rilasciato senza il relativo video. Sempre di più il filmato acquisisce importanza e tende a mettere in secondo piano la sua causa efficiente, la musica. L’occhio piglia tutto. I mezzi tecnologici ci consentono di vedere con straordinaria efficacia ciò che prima potevamo soltanto immaginare, se eravamo sufficientemente svegli.

E allora quando su MTV danno l’ultimo video di Jennifer Lopez, I’m glad, non si può fare a meno di osservare quel meraviglioso culo che si dibatte per tutti i 4 minuti del brano. E per quanto la musica che accompagna quel dibattimento sia carina e ben arrangiata, essa è un mero accessorio, una corda che vibra al ritmo pirotecnico delle inquadrature sulle evoluzioni sex-atletiche dell’irresistibile Jennifer.

Un clip fuoco e fiamme che ben si accorda al clima di questa estate torrida e rende piacevolmente vane ulteriori riflessioni sui massimi sistemi.

Buone vacanze a tutti.

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