Menù
Home
QT
Questotrentino
Mensile di informazione e approfondimento
Utente
Cerca
QT n. 12, 14 giugno 2003 Cover story

Renato Bocchi: “Quello che non mi convince”

Sul progetto di Renzo Piano abbiamo chiesto il parere dell’arch. Renato Bocchi. Docente a Venezia, Bocchi, già autore del (riuscito) piano del centro storico di Trento, è stato uno dei "tre saggi", gli urbanisti che dovevano predisporre la variante al Prg, e che poi, per motivi mai chiariti sui quali abbiamo lungamente scritto, sono stati messi in disparte dal Comune.

L'area ex-Michelin ora, a fabbrica demolita (foto Piero Cavagna).

Fra i "saggi" Bocchi era quello che si era occupato del ridisegno della parte sud della città e del lungo-fiume: e sulla Michelin aveva presentato un primo progetto. Qui di seguito, per punti, le sue osservazioni.

1. Sono ovviamente d’accordo sulla conferma del ponte in prossimità dello stadio Briamasco e della nuova strada di attraversamento interna, che Piano ha potuto portare molto accosto alla ferrovia, come anche noi volevamo fare in origine; ha anche potuto ottenere la rimozione della centralina delle FS, che a noi invece avevano sempre negato di poter spostare.

2. Sono d’accordo sull’ampliamento del parco sul lungofiume, anche se non c’è ancora un vero progetto del verde e non capisco l’insistenza a tenere intatta via Sanseverino, che non serve più se non come percorso secondario (a sfondo pedonale-ciclabile o comunque veicolare di servizio). Né concordo con l’ipotesi di tombinare l’Adigetto: questi interventi pregiudicano un miglior rapporto del parco col fiume.

3. Non condivido il posizionamento del Centro della scienza attorno alle Albere, perché:

- lo toglie dalla proprietà di Iniziative Urbane spostandolo in gran parte su proprietà pubblica e quindi escludendo una partecipazione finanziaria di Iniziative Urbane alla sua costruzione (questa era l’attrezzatura pubblica primaria che si proponeva in origine come contropartita nella trattativa pubblico-privato); di fatto è un regalo del Comune agli interessi di Iniziative Urbane;

- chiude la prospettiva delle Albere dalla città, che invece potrebbe riaprirsi, soprattutto se si interrasse la ferrovia, e rinserra le Albere in un recinto troppo stretto, eliminandone definitivamente la caratteristica originaria di un rapporto ampio con l’asse verso la città e con la plaga lungofiume. A questo punto, se il Science Center deve uscire dall’affare Michelin, secondo me è molto meglio e più significativo ubicarlo all’Italcementi, che ho sempre pensato sia il suo luogo elettivo.

4. Trovo l’impianto urbano del progetto residenziale ineccepibile, ma abbastanza "normale": non mi pare per il momento più brillante di molte proposte del concorso o della nostra.

5. Non c’è alcun tentativo di rendere compatibile il progetto Michelin con la proposta Busquets di interramento della ferrovia. Se quest’ultima dovesse andare avanti, i sottopassi previsti da Piano non si potrebbero più fare e la chiusura delle Albere verso la città non avrebbe senso.

6. Il rapporto del nuovo quartiere con la città verso l’Università e via Verdi è trascurato, privilegiando invece i raccordi con via Giusti, tutto sommato a mio giudizio meno interessanti.