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Rovereto è un cesso: venite a visitarla!

Il Comprensorio sponsorizza e propaganda una bizzarra promozione.

"Rovereto, oggi, presenta qualche contraddizione: se per molto tempo è stata considerata l’Atene del Trentino sotto il profilo culturale oggi ancor più marcato, non si può dire altrettanto dell’industria, del commercio e dell’artigianato. Per molti anni la forzata industrializzazione ha sconvolto gli assetti della città, industrie nate e scomparse in brevissimo tempo nonostante i cospicui contributi provinciali, lo smembramento del territorio, una caotica viabilità grazie alla mancata circonvallazione, una scarsa vocazione turistica, poi l’avvento della grossa distribuzione commerciale ha piegato il piccolo commercio creando lo spopolamento e la chiusura di molte attività del centro storico con danni notevoli, un artigianato che ha sofferto la scarsa attenzione politica, non attenta alle esigenze di un settore sempre più trainante e forza motrice di un’economia locale colpita sempre più da un prelievo fiscale e da mille gabelle anche comunali. Di fronte all’incalzare dei tempi, con la necessità di rimanere al passo con lo sviluppo economico e culturale delle altre regioni limitrofe, altro non resta che un impegno maggiore di ogni persona operosa nella speranza che l’intelligenza politica operi scelte di grande respiro per ridare forza a quest’economia che sembra momentaneamente stagnante".

Questa non proprio vivace prosa da relazione ad un convegno di partito è effettivamente opera di un politico, il roveretano Luigi Bertolini, ex MSI poi Alleanza Nazionale, candidato di questo partito alle ultime elezioni regionali. Qualcosina di vero accanto a molto catastrofismo, peraltro legittimo in una polemica politica. A completare il fosco quadro manca soltanto un accenno al tema dell’ordine pubblico e della sicurezza, con la riproposizione di Rovereto come Bronx del Trentino. Ma questa è una fissa della Lega più che di AN: a ognuno il suo.

Il problema è che quel severo giudizio su Rovereto compare in una guida della Vallagarina che dovrebbe avere scopi promozionali; una iniziativa peraltro privata di Luigi Bertolini, in questo caso in veste non di politico, ma di titolare dell’agenzia pubblicitaria "Città & Immagine".

La tiritera sopra citata è ripresa da un altro suo volumetto del ’98: "Il testo è scorrevole - spiega l’autore valutando un po’ troppo benevolmente il proprio stile - e quindi l’ho ripreso completamente"; anche perché, a suo dire, all’epoca nessuno aveva trovato alcunché da ridire. In realtà, corregge il giornalista dell’Adige, in seguito a quella pubblicazione "la giunta Ballardini discusse sul fatto di rendere meno facile l’uso del marchio del Comune, soprattutto quando finisce sopra testi che sono tutt’altro che elogiativi".

Ed oggi la storia si ripete, con l’aggravante che il Comprensorio ha contribuito alla pubblicazione della guida pagando alcuni spazi pubblicitari sulla stessa e raccomandandola all’attenzione degli operatori economici della città. Nell’ottobre 2000 l’allora presidente del Comprensorio scriveva infatti: "La guida - destinata prevalentemente ai cittadini e agli ospiti di passaggio - sarà da noi gratuitamente distribuita… al fine di ottenere un’azione promozionale più efficace possibile". Ma quale efficacia (positiva) si può conseguire dipingendo una città economicamente disastrata e con una "viabilità caotica"?

Niente da dire contro Bertolini, anzi. Nel conflitto di interessi che si era instaurato fra le sue convinzioni politiche e il suo tornaconto di imprenditore (la necessità di partorire un prodotto gradito), ha scelto di andare contro il proprio tornaconto, sia pure editando un’opera surreale. Censurabili sono invece i signori del Comprensorio, che finanziano e propagandano, senza garanzie né controlli, un volumetto che sputtana la città; tanto i milioni spesi sono soldi pubblici.

A frittata ormai fatta, il sindaco Maffei annuncia che la giunta è "fermamente intenzionata ad agire in tutte le sedi opportune al fine di tutelare il prestigio, l’immagine e l’onore della città".

L’assessore alle attività economiche Aida Ruffini commenta sconsolata: "In questa città non perdiamo occasione per farci del male".

E il roveretano segretario diessino Bondi se ne esce con una battuta indovinata: "Avevo proprio ragione a muovermi per la chiusura dei comprensori. Non solo sono inutili, ma possono fare danni".

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