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La rendita dell’ignoranza

Come paghiamo alla Telecom centinaia di miliardi ai quali non ha diritto.

Il ministro della Funzione Pubblica Franco Bassanini, alcuni mesi fa, intervenendo alla presentazione della nuova bolletta Enel, affermava testualmente che "un alto funzionario di Palazzo Chigi, nell’esaminare la bolletta della Telecom che gli era arrivata a casa, si era accorto che vi erano contemplate voci che in base al regolamento di servizio non avrebbero dovuto esserci. E allora il funzionario ha chiamato la società in questione sentendosi rispondere che quelle voci venivano eliminate dalla bolletta su richiesta dell’utente".

Le cose stanno effettivamente così: nonostante la liberalizzazione degli apparecchi telefonici e degli accessori avvenuta nel 1982(prima di allora, ricorderete, solo la società dei telefoni poteva fornire l’apparecchio o installare una seconda spina), la Telecom continua a percepire da circa 18 milioni di abbonati 600 lire al mese (7.200 l’anno) per sentir squillare la suoneria (una vera e propria tassa sui campanelli), altrettanto per la doppia spina, e 2.500 lire per il canone dell’apparecchio a tastiera. Se avete pazienza e una buona vista, potete andare a cercare queste ed altre voci nell’avantielenco della guida telefonica.

Il guaio è che spesso, anche se gli utenti hanno acquistato ed utilizzano un proprio apparecchio, continuano a pagare le 600 lire mensili di "tassa sul campanello", le 600 per la doppia spina (è come se l’Enel facesse pagare un tot al mese per ogni presa di corrente all’interno della casa!) e le 2.500 per il noleggio e la manutenzione dell’apparecchio - anche se la manutenzione stessa, in caso di guasto, costerà 50.000 se effettuata a casa dell’abbonato.

Sono soldi che molti pagano senza saperlo, perché quando ci arriva la bolletta ci si limita per lo più a controllare la cifra complessiva, e non ci si sofferma a spulciare le singole voci. Sono soldi che però, sommati insieme, danno una cifra di tutto rispetto. Le associazioni di consumatori Codacons e Adusbef hanno infatti calcolato che almeno 18 dei 25 milioni di abbonati ai servizi telefonici erogati da Telecom Italia (20 milioni di utenze familiari, 5 milioni di utenze affari) versano ogni anno oltre 40.000 lire per la suoneria, la doppia spina, il noleggio, la manutenzione dell’apparecchio, garantendo in tal modo all’azienda una vera e propria rendita sull’ignoranza, pari a circa 750 miliardi complessivi ogni anno.

Come liberarsi da tale servitù feudale? Bisogna effettuare la disdetta inviando all’agenzia Telecom della propria città (e magari, per conoscenza, anche al Codacons, passaggio Peterlongo 2, Trento) una raccomandata con ricevuta di ritorno in cui, dopo aver fornito i propri dati anagrafici e il numero telefonico, si dia "formale disdetta del canone di noleggio e manutenzione dell’apparecchio telefonico a suo tempo fornito da codesta spettabile azienda. Il sottoscritto dichiara di voler provvedere direttamente alla fornitura e messa in opera di un apparecchio telefonico omologato, avvalendosi delle disposizioni di legge e si impegna, qualora già non l’abbia fatto, a restituire il vostro apparecchio. Resta inteso che dalla prima bolletta utile il /la sottoscritto/a non dovrà corrispondervi alcuna somma relativa al canone di noleggio e manutenzione, né agli accessori (spina, suoneria, ecc.)". Dopo di che, nelle successive bollette, sarà bene controllare che quelle voci improprie siano state eliminate.

Per un miglior controllo dei dati della bolletta, ricordiamo che è inoltre possibile richiedere un servizio gratuito grazie al quale la Telecom, unitamente ad ogni bolletta, invia la documentazione del traffico telefonico dell’utente, riportando - corredate di data, ora e durata - tutte le telefonate effettuate che abbiano comportato più di quattro scatti (si può avere una documentazione ancor più precisa, ma in quel caso il servizio non è più gratuito).

Eper finire, sempre in tema di soldi da risparmiare, riportiamo qui di seguito un modello di lettera da inviare alla Telecom in caso di cessazione dell’utenza: ad esempio perché abbiamo deciso di passare ad un altro gestore telefonico. In questo caso, ricordiamoci che abbiamo diritto alla restituzione di una somma che abbiamo pagato, al momento della stipula del contratto con l’azienda, a titolo di "anticipo conversazioni":

"Il/La sottoscritto/a.... , residente in... via... , chiede la cessazione dell’utenza telefonica n°...... di cui è titolare. Inoltre, con l’invio della vostra fattura-bolletta di conguaglio, vogliate provvedere al contestuale invio di assegno circolare non trasferibile a mio nome per l’importo di cui dovessi, eventualmente, risultare creditore/trice in virtù della compensazione operata con l’anticipo conversazioni a suo tempo versato a vostro favore e pari a £..... Nel caso in cui, contestualmente a detta bolletta-fattura di conguaglio, non riceverò alcun assegno, la presente, sin da ora, vi costituisce in formale mora per l’importo indicato nella vostra fattura ed a tutti gli effetti di legge. Per cui, in caso di mancato rispetto dei suddetti termini, adirò, senz’altro indugio ed avviso, le competenti autorità giudiziarie per la tutela dei miei diritti di utente e consumatore. Distinti saluti..."

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