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QT n. 9, 1 maggio 1999 Servizi

Gli studenti hanno fatto il sindacato

Unione degli studenti:le difficoltà di far valere le proprie ragioni tra lo strapotere dei presidi e i timori degli studenti.

Luca Petermaier

U.D.S., Unione degli studenti. Eccolo qui il primo sindacato studentesco trentino. Se in Italia c’era una categoria sociale (a parte forse le casalinge) non sindacalizzata, erano proprio gli studenti: ora siamo al completo.

Da cinque anni l’Uds opera sul territorio nazionale. La Direzione Nazionale è a Roma, ma esistono diverse sedi distaccate nelle varie province. A Trento l’Uds ha alle spalle già 5 anni di attività sindacale, di lotte e rivendicazioni. Alcune andate male, altre risolte con successo.

"Fare attività sindacale tra gli studenti - ci dice Elisa Bellè dell’Uds - non è affatto facile. Per due motivi. In primo luogo perché le resistenze nelle scuole, tra presidi e professori, sono ancora forti. La scuola è un luogo dove il potere di chi comanda è pressoché incontrollato, dove le garanzie dei ragazzi sono formalmete riconosciute, ma spesso abilmente scansate. E questo status quo è così radicato da essere parte integrante del sistema-scuola in Italia; un sistema difficile da scardinare. Il secondo motivo di difficoltà è purtroppo legato alla mentalità degli studenti, ancora restii ad accettare l’idea di sindacato, che significa lotta, protesta. In questo credo siano forti i condizionamenti creati dagli squilibri di potere che accennavo prima: gli spazi per la protesta, in gran parte delle scuole cittadine, sono una gentile concessione dei presidi. E si capisce che a queste condizioni i ragazzi non riescono a diventare protagonisti."

Pare invece vadano meglio i rapporti con l’Amministrazione, che negli anni si è dimostrata ben disposta al dialogo, anche su questioni di non poco conto. Come, ad esempio, il comodato d’uso dei libri di testo anche per le superiori, o la carta giovani, ideata per agevolare economicamente gli studenti nell’acquisto di libri, al cinema, a teatro. E infine, ma non ultimo per importanza, la realizzazione del convitto laico, che a Trento non esiste; il che obbliga i ragazzi che vengono da fuori a dover alloggiare nei convitti gestiti dalla Chiesa, dove, per chi non è cattolico, i disagi sono intuibili (partecipazione pressoché obbligatoria alle funzioni; strette limitazioni d’orario e - così almeno si mormora - anche d’abbigliamento, in particolare per le ragazze.)

L'anno scolastico che volge al termine ha costituito un banco di prova stimolante per i ragazzi dell’Uds, chiamati a verificare le capacità aggregative del sindacato, nonché il suo radicamento tra i giovani.

La partenza è stata all’insegna della mobilitazione sul campo, con le autogestioni d’autunno che hanno portato in piazza a Trento oltre 4.000 persone. La protesta era allora indirizzata verso Roma, contro quello che gli studenti consideravano un raggiro, e cioè la legge sul cosiddetto diritto allo studio, un paravento dietro il quale si celavano provvedimenti dal sapore di finanziamento pubblico alle scuole private. L’Uds seppe allora alimentare il dibattito sul finanziamento pubblico, portarlo nelle scuole, contribuire all’organizzazione delle autogestioni e, come ogni sindacato che si rispetti, scendere in piazza per manifestare contro.

Al contempo altre rivendicazioni, questa volta sul versante trentino, venivano legittimamente portate avanti.

In particolare la lotta contro gli aumenti tariffari del trasporto pubblico locale (autobus e corriere) rispetto ai quali l’Uds lamentava (e lamenta tuttora) un inaccetabile immobilismo circa la qualità del trasporto, che invece non progredisce parallelamente.

Anche qui le iniziative di protesta hanno dato qualche frutto. Il Consiglio comunale di Trento ha infatti approvato un progetto che agevola i ragazzi pendolari e quelli dei sobborghi cittadini attraverso una più razionale riorganizzazione degli orari di autobus e corriere e che prevede la moltiplicazione delle corse serali e la possibilità di utilizzo dei taxi collettivi. Fino ad oggi è solo un progetto. Toccherà all’Uds ora pungolare l’amministrazione affinché il progetto diventi una legge compiuta.

Della pervicacia dell’Uds nella protesta contro i non infrequenti abusi a scapito dei diritti degli studenti, ha fatto le spese anche l’ex sovraintendente Mengon. La famigerata "circolare Mengon", con la quale si invitavano i presidi a considerare ingiustificate le assenze dovute alle autogestioni, in quanto, ufficialmente, attività non formativa, è stata ritirata dopo un ricorso al Presidente della Provincia.

E il sovraintendente, travolto dalla protesta, mestamente ha fatto le valigie.