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Malga Lagorai: il silenzio dello Scario

Nessuna risposta alla lettera aperta sulla conservazione come testimonianza della struttura

lettera firmata

Egregio signor Scario della Magnifica Comunità di Fiemme, non avendo da lei avuto alcuna risposta alla nostra lettera aperta del 29 settembre relativa al progetto Malga Lagorai, ci pare imperativo tornare sulla questione.

In quella lettera avevamo proposto di conservare la malga non solo nell’apparenza esteriore, ma anche dentro, di conservarla come testimonianza delle nostre tradizioni e dei mestieri ancora vivi e attuali. Sostenevamo che la “casèra” ha da rimanere la “casa dei malgari”, con i locali attrezzati per casare il latte e conservare i prodotti, che i malgari potrebbero servire e vendere, mostrando come il latte viene lavorato, condividendo le conoscenze antiche. Oltre a dare un’entrata aggiuntiva ai malgari, ciò arricchirebbe i Vicini e i turisti: ormai molti di essi non sanno cos’è e come funziona una vera malga.

Osservavamo che, allorché tutte le malghe saranno bar-ristoranti con musica e sdraio, sarà tristemente scomparsa la memoria delle nostre radici. Lamentavamo che, nonostante le ripetute dichiarazioni minimizzanti, il nuovo progetto da Lei proposto al consesso il 4 settembre fosse praticamente uguale a quello delineato nella delibera provinciale (n.1487, 10 agosto 2018), rispetto al quale è stata solo cancellata la terrazza esterna (si potrà farla con comodo in seguito). La finalità ricettivo-turistica sommerge totalmente quella tradizionale, tutta la casèra diventa una struttura finalizzata al turismo, il malgaro sfrattato in stalla. Nella planimetria si contano anche ben 38 posti a tavola interni: chissà perché, Lei minimizzò dicendo “una quindicina” (Trentino, 6 settembre 2019).

Dunque, signor Scario, siamo sempre allo stesso punto, quasi nulla è cambiato da agosto 2018 e, di quanto noi abbiamo fin d’allora affermato, è stato ammesso solo ciò che era ormai inconfutabile.

Infatti proprio Lei ha ammesso che il trekking Translagorai non c’entra nulla, se non come espediente per far finanziare la ristrutturazione con soldi pubblici (dibattito pubblico a Cavalese, 28 giugno 2019; Corriere del Trentino, 24 agosto 2019).

È stato ancora Lei ad ammettere che la gestione dell’agritur sarà un costo ulteriore per la Comunità, la quale ha dato “la disponibilità ad assumere personale direttamente a proprio carico per la custodia del bivacco” (relazione dell’assessore Tonina in Commissione del 24 settembre 2019).

Ha accusato noi, Vicini e cittadini preoccupati, di essere disinformati: ma è stato Lei a tenere il “nuovo progetto” nel cassetto per sei mesi, da marzo a settembre, mentre intanto andava affermando che “in pochi di coloro che criticano la valorizzazione del trekking Translagorai sanno di cosa parlano” (L’Avisio, aprile 2019).

Lei disse che i critici “strumentalizzano” la vicenda (L’Adige, 21 febbraio 2019). Chi strumentalizza lo fa per un proprio nascosto vantaggio, ma Lei non ci ha mai risposto: quale vantaggio avremmo noi a proporre di conservare la malga?

Lei sa benissimo, vista la vita precaria delle malghe-agritur di Cadinello, Valmaggiore e Sadole, che nelle condizioni di raggiungibilità della Val Lagorai il cambio d’uso a ristorante-bar-rifugio è un investimento assurdo, che comporterà perdite per la Comunità dei Vicini: pochi mesi di apertura, pochi clienti, figurarsi senza accesso carrabile!

L’indifferenza con cui Lei e i Regolani avete accolto le nostre proposte sembra indicare che poco importi il ruolo storico e culturale che la malga può avere: Lei non trova necessario lasciare una testimonianza ai cittadini, una possibilità di tenere vivo e conoscere il lavoro antico? La Malga Lagorai è il vero gioiello della Comunità, fatto di storia e tradizione, sito sulla riva del più grande dei laghi che danno nome ai monti: un gioiello da custodire e preservare.

Un piccolo esempio: cosa sarebbe la segheria veneziana di Cavalese trasformata in un bar? Invece essa funziona ancora, viene visitata e ammirata, è una delle attrattive culturali del paese. Per contro, l’accanimento con cui si vuole ad ogni costo che Malga Lagorai diventi un agriturismo, nonostante venga ammesso che sarà fallimentare e scollegato dal trekking, fa pensare che altre inconfessate motivazioni muovano i decisori. Perché? Per chi?

Davanti al Consesso Lei, Scario Boninsegna, ha paragonato sé stesso al saggio che placa le polemiche, il “buon padre di famiglia” (Trentino, 6 giugno 2019). Un vero buon padre non svende i gioielli di famiglia: li lascia ai figli e ai figli dei figli. Forse Lei lo diventerà se risponderà credibilmente e pacatamente a queste domande. E se della questione si potrà riparlare con serenità.

Cordiali saluti.

Seguono 178 firme

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