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Progetto Sinfonia: allegro sostenibile

Innsbruck si avvia a diventare una smart city

Francesco Ciafaloni
La vice-sindaca verde Sonja Pitscheider, responsabile per la mobilità, l’energia e l’ambiente,

Ridurre il consumo di energia del 50%. Aumentare la quota delle fonti di energia rinnovabili del 30%. Ridurre le emissioni di CO2 del 20%. Questi, in poche parole, gli scopi dell’Innsbrucker Energieentwicklungsplan (IEP), il Piano Municipale di Sviluppo delle Politiche dell’Energia, che fa parte della strategia regionale tirolese di arrivare, a metà del secolo, alla autarchia energetica, cioè all’equilibrio fra energia importata ed esportata: insomma, all’economia post-fossile, decarbonizzata. Questa la nostra risposta locale alla sfida globale di frenare i cambiamenti climatici.

24 milioni di fondi UE per la ricerca, lo sviluppo di nuove tecnologie, l’innovazione e per il monitoraggio scientifico dei risultati, che incentivano investimenti pubblici e privati di almeno 150 milioni. Questo il Progetto Sinfonia: Smart INitiative of cities Fully cOmmitted to iNvest In Advanced large-scale energy solutions. È il più grande progetto di “smart city” dell’Austria nell’ambito del 7° programma-quadro di ricerca e sviluppo europeo.

Innsbruck e Bolzano sono all’avanguardia con altre città in Scandinavia e Spagna come “early adopters”; cioè i nostri risultati, le innovazioni che funzionano, andranno estesi ad altre città, per poi diventare soluzioni standard. Facciamo parte di questo progetto europeo perché la vice-sindaca verde, Sonja Pitscheider, responsabile fra l’altro per la mobilità, l’energia e l’ambiente, a partire del 2012 ha lottato per ampliare e approfondire il nostro IEP e acquisire fondi europei, mettendo assieme un consorzio di istituzioni ed imprese locali di vari settori.

Ora, siamo a metà del progetto quinquennale, e i primi cambiamenti si vedono. Nel quartiere Sinfonia (a est della città) stiamo ristrutturando energeticamente le case popolari degli anni ‘20 e ‘30, ed anche degli anni ‘60 e 70, che sono sostanzialmente i peggiori.

Con l’isolamento termico ed altre tecnologie (come la ventilazione controllata dei condomini), il consumo di energia per il riscaldamento viene ridotto dell’80%. I lavori sono finiti in alcuni grandi condomini ed ora comincia la fase del monitoraggio, per verificare se i risparmi teorici si realizzeranno nella vita quotidiana). Neue Heimat, la più grande società dell’edilizia popolare, ha annunciato recentemente che vuole uscire dall’energia fossile entro il 2030.

Anche scuole municipali vengono risanate; alcune di loro sono protette come monumenti di architettura nazionale in quanto risalenti alla prima fase del “modernismo” tirolese degli anni ‘20, dunque bisogna sviluppare tecnologie che non ne pregiudichino l’aspetto. Qui, la ventilazione controllata serve anche a creare un ambiente più sano per l’insegnamento. Fa parte del Progetto Sinfonia anche la creazione di una rete intelligente in grado di monitorare il consumo di energia e la sua allocazione, per incentivarne appunto l’uso intelligente.

Stiamo costruendo anche una rete per la distribuzione di riscaldamento a distanza che usa il calore residuale di alcune grandi imprese industriali della regione metropolitana.

Il depuratore urbano, che finora ha mangiato un sacco di energia, va ristrutturato per diventare una centrale che produca elettricità e calore, usando il gas che esce dai processi di depurazione delle acque di scarico, in combinazione con un impianto per la gassificazione di legno di scarico proveniente dai parchi e giardini urbani.

Si tratta di innovazioni piccole e grandi che, messe assieme, si rafforzano a vicenda, aprendo la strada a un’economia post-fossile, ad una società urbana che riduca fortemente il consumo di energia e la produzione di CO2 ed altre emissioni nocive, mantenendo però – anzi migliorando - la qualità della vita dei cittadini. Con un forte impulso di crescita per l’economia locale, specialmente per le imprese piccole e medie dell’edilizia e dell’alta teconologia.

C’è da notare anche un’altra innovazione: siamo riusciti ad integrare teoria e pratica, a far lavorare quelli della “torre d’avorio”, l’università, insieme a manovali, dirigenti e collaboratori di imprese del settore pubblico e privato, superando un iniziale spirito di diffidenza e concorrenza. Quello che era un circo delle pulci difficile da controllare e dirigere, ora è un consorzio ambizioso, impegnato a realizzare gli scopi comuni.

Per ultimo, come ha commentato il professor Dangschatt (sociologo dell’Università Tecnica di Vienna), non bisogna dimenticare che la città non è una moltitudine di edifici, ma un contratto sociale costruito da rinnovare quotidianamente, un tessuto sociale che riunisce i cittadini. Le tecnologie, da sole, non sono intelligenti, per essere una smart city bisogna capire che i problemi, come appunto il cambiamento del clima, costituiscono sfide sociali, richiedono risposte della società, da formulare politicamente, e poi si scelgano le tecnologie adatte alle soluzioni sociali.