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QT n. 3, marzo 2016 Trentagiorni

Il “centro intermodale”

“Non è una cosa seria” avevamo scritto su queste colonne in gennaio. Ci riferivamo al progetto dell’assessore provinciale alle infrastrutture Mauro Gilmozzi di spostare la stazione delle corriere di Trento di duecento metri, all’attuale piazzale ex-Sit. Motivazione? Creare spazio attorno alla bella abbazia di San Lorenzo, e dar luogo a un “centro intermodale”. Apprezzabile la prima motivazione ma insufficiente: con tutto il rispetto per la pregevole abbazia del XII secolo, il gioco (alcune decine di milioni) non vale la candela, almeno secondo la sensibilità corrente.

Rimane la seconda motivazione, il “centro intermodale”. E qui si va di male in peggio. Sì, perché l’ultima di Gilmozzi sarebbe che l’ex-Sit non solo, come si giustificava due mesi fa, assicurerebbe l’intermodalità con la nuova funivia Trento-Bondone (di cui si ciancia da decenni); ma anche con la nuova metropolitana di superficie (di cui parimenti si straparla da altrettanti decenni, esattamente dall’era Malossini). In pratica, si prolungherebbela Trento-Malè, dismettendo la relativa stazione e spostandola all’ex-Sit.

E qui ci sembra che il solito giochino di fare\disfare, o meglio (o per fortuna) di annunciare di fare\disfare sia fuori da ogni grazia di dio.

Infatti, non si capisce proprio: se si intende allungare la ferrovia a scartamento ridotto Trento-Malè, perché distruggerne la stazione (ultimata venti anni fa)? E soprattutto perché ricostruirla all’ex-Sit?

Ricordiamo la situazione attuale: nel raggio di 100-150 metristanno la stazione FFSS,la Trento-Malè, la stazione autocorriere. Non solo: la stazione dei treni – pregevole opera razionalista dell’arch. Mazzoni – è stata prolungata fino a quella della Trento-Malè, duplicando anche il sottopasso. Insomma, il “centro intermodale” esiste già; e se si vuole realizzare una linea metropolitana che si diriga verso sud, il suo logico inizio non è all’ex-Sit, ma all’attuale stazione, dove c’è spazio a iosa e dove ci sono tutte le connessioni con i treni, con gli autobus a Piazza Dante, e con le corriere nella adiacente autostazione.

A questo punto esce da ogni logica l’idea di smembrare tutto questo, separare le corriere dai treni, gli autobus cittadini da quelli extraurbani, costringere a spostamenti di centinaia di metri i passeggeri con le valige; e per di più spendere una cinquantina di milioni.

Appunto, non è una cosa seria. Speriamo che sia così.

Speriamo che scherzino, che vogliano prenderci in giro, che facciano queste sparate per avere dei titoli sui giornali. Altrimenti sarebbe da preoccuparsi.