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"Insostenibile leggerezza", ma dell'Opera Universitaria

Antonio Marchi

Cito qui di seguito alcuni brani tratti da "Studiare a Trento", bollettino settimanale dell'Opera Universitaria. L'articolo non firmato, che apre la prima pagina, commenta le recenti manifestazioni studentesche ed è intitolato "L'insostenibile leggerezza":

"Puntualissima come una malattia di stagione, anche quest'anno a novembre arriva l'ondata di contestazione studentesca, condita di cortei, autogestione e proteste. Ormai non è che un'abitudine e tutti ci siamo più o meno assuefatti all'evento. Tutti forse meno la stampa e la televisione, che si ostinano a propinare servizi sulle varie iniziative come se si trattasse di una cosa seria. (...)

Un'azione insulsa e priva di motivazione, che ci colpisce tristemente per l'enorme vacuità di cui è innegabilmente pervasa. (...)

I contenuti delle interviste, i modi incivili e irrispettosi usati nei cortei dimostrano soltanto immaturità, non contengono nulla di costruttivo, ma soltanto papagallesche ripetizioni di slogan a cui si aderisce con le urla ma non con la testa. Utilizzare strumenti di protesta senza reali motivazioni non può che usurare l'efficacia di tali azioni. Quando ci sarà qualcosa di serio per cui gli studenti dovranno far sentire la loro voce, che cosa faranno? Smettiamola di gridare 'al lupo, al lupo ' quando il lupo non c'è!"

D'accordo. Loro giocano, sono rituali, abitudinari, vacui: ma voi, studenti universitari? Maturi, quasi adulti, responsabili, voi cosa fate? L'Università di Trento è stata visitata dalla protesta della "Pantera"nel 1989, che ha graffiato senza lasciare segni. Il dopo è un simbolico rituale; presentarsi all'inizio dell'apertura dell'anno accademico per affermare i soliti propositi... bla, bla, bla. Niente altro! L'università nel frattempo lascia sul terreno della mortalità scolastica le speranze e le ambizioni dei pochi che si ostinano a pensare che gli studenti hanno il diritto di studiare, i professori il dovere di insegnare, gli amministratori il dovere di governare. Niente di tutto questo!

Siamo d'accordo con l'indignazione di Antonio Marchi per l'articolo dell 'Opera Universitaria. Ma non solo perché è fin troppo facile ritorcere sugli stessi universitari le accuse di superficialità che essi rivolgono al movimento dei medi; bensì perché queste accuse sono platealmente contraddittorie (si afferma "non si vuole assolutamente entrare nel merito delle ragioni della protesta, che possono essere o no condivisibili" subito dopo averla bollata come "azione insulsa e priva di motivazioni") e rivelano da una parte una totale sudditanza all'opinione pubblica più codina; dall'altra un'incredibile quanto immotivata spocchia da fratelli maggiori nei confronti degli studenti di qualche anno più giovani. Al punto di rifiutarsi di considerare le loro motivazioni, e trinciare invece draconiani giudizi dall'alto di pulpiti inesistenti. Il fatto è che l'articolo non firmato appare come la definitiva opinione degli studenti universitari trentini. Sarebbero opportune vigorose prese di distanza

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