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Da un anno all’altro

Com’è finito il 2006, come si annuncia il 2007.

Siete scivolati bene nell’anno nuovo? Vi auguro di sì, e che l’anno sia sereno e vi porti qualche piacevole sorpresa. Che vi faccia battere il cuore e vi insegni a essere pazienti nel sopportare i guai. Chissà perché l’anno deve cominciare in un gelido giorno d’inverno, invece che in primavera o in autunno, ad esempio a metà settembre, quando riaprono le scuole e milioni di giovani iniziano un tempo nuovo della vita.

L’anno vecchio si è chiuso lasciandoci l’amaro in bocca: per la mancanza di pietà della Chiesa verso la madre addolorata di Piergiorgio Welby; per l’impiccagione inutile dello sconfitto dittatore dell’Iraq, e per la sua crudele esibizione globale; per la debolezza e la confusione del nuovo governo italiano che, a lungo invocato, delude oltre ogni limite per la sua mancanza di intelligenza e per la slealtà verso cittadine e cittadini. Sugli stessi avvenimenti, ci hanno un po’ consolato l’umanità della cerimonia civile in quella piazza di Roma; la reazione unanime della politica italiana ed europea di fronte all’orrore e all’errore di un’aspirante democrazia che manca di civiltà; la consapevolezza che Prodi è una persona retta e non ci fa vergognare quando va in giro per il mondo.

Nella nostra provincia fra i monti, che si sente estranea a tutto, le notizie sono il “tutto esaurito” delle località turistiche, pur senza neve, e la dieta dimagrante dell’Obmann della SVP; l’annuncio di aumento del costo delle case di riposo, in contemporanea agli sprechi milionari per i circenses rumorosi e puzzolenti che caratterizzano lo stile dell’amministrazione comunale bolzanina.

Gli Schützen hanno chiuso l’anno in forte conflitto coi colleghi tirolesi. Questi li avevano accusati di essere degli estremisti di destra, e i nostri hanno replicato sprezzantemente che i camerati del nord sono “portatori di braghe di cuoio”. Come si farà ad “autodeterminarsi”, se non c’è armonia?

E l’anno nuovo? Cominciamo con due belle notizie, di cui riparleremo: la mostra su Nicolò Rasmo e la manifestazione musicale Wintermezzo, all’insegna dell’amicizia fra Richard Strass e il musicista bolzanino Ludwig Thuille. Ma l’avvenimento principale è l’introduzione della raccolta separata dei rifiuti nel capoluogo. Tutti gli altri comuni ce l’hanno già e gli abitanti spesso ne incassano i vantaggi, pur avendo la seccatura di portare fino a Bolzano, oltre ai figli studenti, anche grandi sacchi d’immondizia, accolti dai cassonetti posti comodamente sulle strade del capoluogo.

Si prevede una raccolta separata un po’ sui generis, niente porta a porta, viene raccolto solo l’umido. Infatti l’obiettivo non è la riduzione dei rifiuti, ma la produzione di un combustibile più asciutto per il costruendo inceneritore da 130.000 tonnellate. Non ci sono per ora reazioni all’annuncio del governo (di parte del governo? del governo costretto dalla procedura d’infrazione dell’Unione Europea?) di voler porre fine alla truffa governativa, che destina illegalmente il denaro dei certificati verdi, invece che alle fonti rinnovabili, ad una fonte di grave inquinamento. La mancanza di questi proventi renderà il megainceneritore bolzanino meno sostenibile anche dal punto di vista economico, aprendo scenari di drenaggio da altri settori per colmare i futuri buchi di bilancio.

A Bolzano comunque ci si prepara a bruciare tutto ad alte temperature senza considerare i recenti studi che confermano la gravità delle conseguenze sulla salute dell’emissione di nanoparticelle, dovuta proprio all’aumento delle temperature di incenerimento. I partiti di centro sinistra sono totalmente assorbiti dalla dura lotta per i posti di sottogoverno, e l’unica voce dissidente all’opera dissennata, oltre a un comitato di cittadini, viene da una parte della SVP.

Facciamoci dunque gli auguri, che ne abbiamo bisogno: che la stazione di Bolzano non venga spostata dando il via a una speculazione selvaggia; che l’assessore all’Urbanistica non favorisca la cementificazione anche della verde collina del Virgolo, un’operazione tentata da molti suoi predecessori e finora non riuscita per l’opposizione della cittadinanza. Auguri ai comuni delle valli, anch’essi minacciati da costruzioni gigantesche, dalla Val Pusteria alla Val d’Adige, alla Val d’Isarco.

Auguri ai cittadini e alle cittadine, che comuni e Provincia comincino ad occuparsi della qualità della vita, quella dei cittadini, s’intende, che alla propria ci pensano eccome, abitando fuori città per cominciare. Auguri ai giovani, che riescano, nonostante i politici, a imparare lingue e culture, e che spazzino via i divieti che fino all’ultimo giorno dell’anno si sono levati sugli asili bilingui e l’insegnamento. Auguri agli anziani, che non si risparmi sulla loro esistenza. Auguri a tutti che le consorterie e il cinismo degli intellettuali non cancellino le timide speranze; che i grandi artisti non siano esposti in Sudtirolo solo da morti; che la politica si occupi di più di traffico, salute, diritti, e meno (o almeno non solo) di intrighi e affari propri.

Sono gli auguri che ci siamo fatti per l’anno scorso e per altri ancora: a volte sperare è come credere negli oroscopi.

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