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Convenzione delle Alpi, il boicottaggio del Governo

Il governo pensa che il rispetto dell'ambiente è un intralcio: di qui una serie di inadempienze vergognose. E allora la credibilità...

Mentre gli altri paesi alpini coinvolti nel trattato internazionale della Convenzione delle Alpi per la prima volta si apprestano a rendere conto pubblicamente su se e come abbiano messo in pratica gli impegni derivanti dalla Convenzione stessa e dai relativi protocolli, l’Italia, con il deciso protagonismo del governo nazionale, si appresta a mettere il sigillo su negligenze e inadempienze sempre più incredibili. Da tempo le associazioni ambientaliste denunciano l’immobilismo della segreteria tecnica della Convenzione delle Alpi che ha sede a Bolzano, la totale pigrizia nell’elaborazione culturale e normativa, del recepire conoscenze del territorio e quindi, come diretta conseguenza, l’incapacità propositiva dell’ufficio (i dipendenti assunti appena possono fuggono).

I Paesi aderenti alla Convenzione delle Alpi.

Quanto sta accadendo in questi giorni è ancor più grave e viene denunciato in una interrogazione alla Camera dall’onorevole diessino Valerio Calzolaio.

L’Italia non ha ratificato i protocolli della Convenzione e il fatto non deriva da una dimenticanza, ma da una precisa e preoccupante determinazione politica, secondo l’aberrante logica per cui il rispetto dell’ambiente non è una risorsa, soprattutto in un territorio a forte vocazione turistica, ma un intralcio.

Ma c’è di più: il nostro governo viene pure meno ad obblighi sostanziali con i partner alpini anche per quanto riguarda il contributo finanziario che le parti devono per la copertura dei costi del Segretariato permanente (sede ad Innsbruck), un segretariato che rimane così paralizzato per l’insolvenza economica del nostro paese: si tratta di 433.000 euro all’anno.

Austria ed Italia infatti devono versare il contributo più consistente perché questi due Stati coprono una grande percentuale del territorio alpino e in queste aree vive la maggioranza della popolazione.

Un ulteriore indice della credibilità internazionale dell’Italia che il governo Berlusconi sta consolidando.