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Natalia, o della modernità

I viados entusiasmano anche i sobri trentini. C’è da meravigliarsi?

José Antonio Narvarez Jimenez, in arte Natalia, travestito colombiano stabilitosi a Trento 6 anni fa, è diventato famoso suo malgrado: destinatario di una telefonata partita dal cellulare della vittima di un delitto, si è ritrovato testimone nel relativo processo, e gli inquirenti hanno scoperto che su quell’utenza c’era un mastodontico traffico telefonico, che aveva a che fare con la professione esercitata dall’uomo, la prostituzione. "Aveva costruito una rete fittissima di clienti - ci racconta Luca Petermaier sul Trentino - Sul suo telefono dalle 30 alle 60 chiamate al giorno". E visto che si faceva pagare 80 euro per un rapporto di appena 20 minuti, "se facciamo una media di 10 rapporti quotidiani, sono 800 euro al giorno, 24.000 al mese". Per la verità pare che Natalia riposasse nei giorni festivi: a quanto hanno appurato gli inquirenti, ad esempio, il 1° maggio il suo cellulare era spento. D’altronde, José-Natalia adesso dice di guadagnarsi la vita come colf, e dunque forse non ha guadagnato tutti quei soldi.

Ma non è questo che c’interessa, quanto piuttosto l’estensione della sua clientela: "Persone di ogni età e professione, classe sociale, tutti attratti dal gusto del proibito. Nella lunga lista spuntano anche i nomi di donne, alcune molto giovani, single e mogli. E’ un piccolo mondo nascosto. Non c’è grossa differenza fra la città e la provincia… le registrazioni confermano i contatti del viado con utenze periferiche: Borgo, Pergine, Pinzolo, Lagundo…".

Poi si precisa che tra i frequentatori di Natalia risultano fra gli altri "un alto funzionario della Provincia, un dirigente del consorzio Melinda, un sindacalista Uil, un funzionario dell’Autobrennero, un avvocato, un dipendente della Croce Bianca di Bolzano", fino ad "un candidato alle prossime elezioni provinciali e noto dirigente di partito".

Ma veniamo alla conclusione del giornalista, che è ciò su cui vorremmo soffermarci: "Stupisce constatare come l’universo degli amanti del sesso proibito sia così ampio (migliaia di chiamate in tre mesi) e diversificato. Una realtà nascosta, sotterranea, un vizio discreto ma irresistibile che evidentemente attira chiunque"; "un mondo nascosto e ricco di mistero". E qui ci stupiamo dello stupore del giornalista.

Jon è un caso se da una ventina d’anni a questa parte si parla tanto di ambiente, di tradizioni, di specificità trentine d’ogni genere (dalla gastronomia, al dialetto, al folklore, agli orsi...): nel momento in cui ci accorgiamo che tutto ciò va irrimediabilmente contaminandosi, deteriorandosi o scomparendo, sentiamo il bisogno di riaffermarlo, di salvarlo, di ricostituirlo più o meno artificiosamente. Un’operazione a seconda dei casi altamente meritoria o ridicolmente fallimentare. Ma la modernità è implacabile; e la modernità è l’allargamento degli orizzonti, è Internet, ma è anche l’informazione-spazzatura alla "Lucignolo" e una ricerca di frivolezze e di trasgressioni lontana le mille miglia dalla supposta sobrietà dei trentini, ma che non pertanto si è imposta da tempo anche qui da noi; e non c’era bisogno della povera (o ricca) Natalia per accorgersene.

Certa propaganda elettorale, in primis quella autonomista, favoleggia ancor oggi di un Trentino tutto malghe, vecchiette col fazzoletto in testa che falciano il prato, schützen e canederli (solo alla fine, se va bene, il contentino di un computer); ma forse è il caso di abbandonare le nostalgie e contentarsi dei possibili compromessi fra vecchio e nuovo.

In un bar del centro di Trento dove mi succede a volte di fermarmi a leggere il giornale, capita quasi ogni mattina un gruppo di amici e colleghi - bancari, credo - che discutono quotidianamente con passione e grande competenza delle rispettive esperienze informatiche, di hardware e software. Non una parola in italiano: tutto dialetto e inglese.

L’effetto di questa scena, che si ripete ogni giorno, può essere simpatico e divertente, o al contrario esteticamente sgradevole; ma è il futuro che ci aspetta, anzi, è già il presente.

E di questo presente anche le Natalie - che ci piaccia o no - sono protagoniste.