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Influenza, vaccinazioni a gogò

...ed altri quesiti di attualità: fumo passivo, caso Tucker, Telepass obbligatorio.

Influenza. Vale la pena vaccinarsi contro l’imminente influenza invernale? - ci chiede la sig.ra Maria Pia C. di Trento.

In base a quanto sostengono gli esperti, il virus isolato quest’anno presenta una sintomatologia più intensa e si diffonde maggiormente rispetto ai ceppi dell’anno scorso. In parole povere: più febbre, più tosse, più mal di gola. E contemporaneamente alla notizia del nuovo virus alle porte, è arrivato nelle farmacie il nuovo vaccino antinfluenzale, accompagnato da dichiarazioni allarmistiche secondo le quali ben 5 milioni di italiani saranno vittima quest’anno dell’influenza. Da qui parte l’invito alla popolazione a vaccinarsi anticipatamente, così da prevenire mali futuri.

Lo scorso anno, medici, farmacisti ed esperti facevano le stesse identiche previsioni di questi giorni e gli stessi inviti a vaccinarsi. Cosa accadde poi? Le sfere di cristallo sulle previsioni degli influenzati dovevano essere difettose, visto che gli italiani costretti a letto dall’influenza, furono meno della metà, circa 2 milioni.

Per quanto ci riguarda, siamo contrari alle vaccinazioni di massa (peraltro costosissime per la collettività, visti gli alti prezzi delle dosi da somministrare), anche perché queste, presentando controindicazioni, possono essere pericolose e in certi casi risultare addirittura letali. Il vaccino, pertanto, va consigliato solo alle categorie a rischio (bambini e anziani ) e nei casi indicati dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità. La sollecitazione alla vaccinazione di massa va ricercata, secondo noi, negli interessi di varie categorie (case farmaceutiche, industriali, grossisti, ecc..), che fanno affari d’oro grazie a questa corsa al vaccino.

Anziché una vaccinazione di massa, a nostro parere, è meglio passare due giorni a letto con la febbre, curandosi con metodi naturali e meno costosi.

Fumo passivo. il sig. Sergio F. di Arco vuole sapere come è andata a finire la causa della centralinista di Bari (ne abbiamo parlato tempo fa su questa rubrica) contro la Telecom. La signora, dopo aver ottenuto, anche in grado di appello, l’ingiunzione alla Telecom a vietare il fumo nello spazio di lavoro, agisce ora in giudizio per chiedere alla stessa Telecom il risarcimento del danno subito. La centralinista di Bari si era rivolta al Tribunale perché era costretta a lavorare in una stanza nella quale convivono circa 100 dipendenti dei quali il 70% fumatori e il 30% non fumatori, i quali sono costretti a subire il fumo dei primi. La signora ha sviluppato, per via del fumo passivo, una patologia alla laringe che la costringerà ad un’operazione chirurgica .

La condanna della Telecom da parte del Tribunale di Bari può senz’altro ritenersi un passo storico nella lotta contro il fumo. Si tratta infatti della piena affermazione del principio, stabilito già in passato dalla Corte Costituzionale (sentenza 399/96 ) per cui solo il diritto alla salute è un diritto costituzionalmente protetto: non può parlarsi di diritto di fumare, ma solo di libero comportamento che, quando si scontra con il primo, deve cedere il passo.

L’Articolo 32 , associazione affiliata al Codacons, (www.articolo 32.net ), che sta assistendo la signora di Bari e che si occupa esclusivamente del risarcimento dei danni alla salute, è a disposizione dei consumatori per far valere in qualsiasi sede tale diritto.

Il caso Tucker. Abbiamo ricevuto più di una segnalazione da parte dei consumatori che hanno investito e perso soldi nella catena di Sant’Antonio della Tucker. Le tre associazioni di consumatori (Adusbef, Codacons, Federconsumatori ) sono a disposizione degli utenti per riavere il proprio denaro. Tali associazioni infatti, che si sono costituite parte civile, hanno invitato la Guardia di Finanza a sequestrare i beni della Tucker come garanzia per gli eventuali truffati

Pertanto tutti coloro che ritengono di essere stati truffati dalla Tucker, oppure hanno investito e perso denaro, possono rivolgersi alle tre associazioni per intentare una causa di risarcimento dei danni e riavere indietro le somme perdute.

Telepass obbligatorio? La sig.ra Rita S. di Rovereto ci chiede se risponde al vero e se riteniamo valida la proposta avanzata dal vice ministro per le Infrastrutture di rendere obbligatorio per tutti il telepass autostradale. Secondo le intenzioni la proposta servirebbe per snellire le file ai caselli e migliorare il servizio autostradale.

Secondo noi la diffusione del servizio Telepass (che comporta riconversione dei caselli, installazione di adatte apparecchiature nelle autovetture, ecc.) non deve comportare spese per gli utenti. Inoltre il costo del servizio, attualmente pari a 3.10 euro a trimestre, deve essere almeno dimezzato, potendo il gestore contare su un numero sensibilmente maggiore di clienti, e quindi anche su maggiori introiti; inoltre la figura del casellante non deve essere eliminata del tutto e ai caselli deve esserci un numero minimo di postazioni dove poter pagare in contanti.