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QT n. 4, aprile 2015 L’editoriale

Sindaci e qualità della vita

Il sindaco uscente Alessandro Andreatta è da tutti dato come favorito alle prossime elezioni per il Comune di Trento, che aveva peraltro vinto largamente (64,4%) nel 2009, come prima di lui Alberto Pacher e prima ancora Lorenzo Dellai. Sindaci inconsistenti, Andreatta e Pacher, secondo noi, e invece decisamente invadente Dellai. Eppure sempre premiati, e molto, alle elezioni. Una dinastia di sindaci (Pacher vice di Dellai, Andreatta vice di Pacher) evidentemente apprezzata dai cittadini, al punto da monopolizzare la carica da quando, nel lontano 1993, fu introdotta l’elezione diretta, anzi, da prima, dalla prima elezione di Dellai nel 1990. (Caso diverso invece rappresenta Rovereto, notoriamente più vivace al limite del rissoso, dove ci sono state brucianti trombature).

E allora la domanda: siamo noi di Questotrentino, che di sicuro non siamo stati dei supporter di nessuno dei tre sindaci trentini (e di diversi di Rovereto) dei bastian contrari del tutto scollegati dal comune sentire dei cittadini?

Vediamo la cosa da un altro punto di vista.

Negli ultimi venticinque anni sono state redatte, attraverso diverse ricerche, una per tutte quella del Sole 24 ore, le graduatorie dei capoluoghi di provincia in base alla loro qualità della vita, misurata sulla scorta di parametri e dati statistici discutibili, ma in definitiva globalmente credibili. E non è un caso se Trento e Bolzano si sono sempre classificate ai primi posti.

E allora forse si può dire che i sindaci godono del favore dei cittadini perché la qualità della vita da noi è alta.

A nostro avviso la buona qualità della vita in Trentino e soprattutto nelle nostre città è dovuta a una serie di fattori.

Anzitutto il fatto di essere una Provincia Autonoma, con un storia che affonda le proprie radici nell’ambito di una realtà amministrativa, quale l’impero asburgico, con una propensione ad una buona amministrazione capillare sul territorio che in qualche modo ancora permane. In secondo luogo, una diffusa cultura di legalità, vuoi perché parte integrante della nostra mentalità, vuoi perché il lavoro di magistratura e forze dell’ordine contribuisce al mantenimento di questo fondamentale principio del vivere civile E infatti vediamo, ad esempio, che nella classifica del Sole 24 ore sul collegato tema della sicurezza, Trento batte di gran lunga Ravenna, che invece primeggia per servizi, ambiente, salute, disponibilità di asili).

In terzo luogo, non possiamo dimenticare le risorse economiche che grazie all’Autonomia ci consentono, dalla scuola alla sanità per finire a tutti i servizi fondamentali, di contare su risorse che altre città e province non possono avere.

In conclusione, in vista anche delle prossime elezioni, ci piace sottolineare ai sindaci che si ripresentano il fatto che se forse qualche merito lo hanno, le ragioni di una diffusa buona qualità della vita sono in realtà determinate in larga misura da fattori che prescindono dal loro operare.

Noi, soprattutto a Trento, abbiamo sempre aspramente criticato i sindaci per la loro gestione dell’urbanistica, per lo sviluppo raffazzonato impresso alla città.

Andreatta a nostro avviso si è distinto per la non gestione del tema (a dire il vero, per la non gestione di tutto, dalla biblioteca universitaria alla convivenza città-studenti), mentre più propositivo è risultato a Rovereto Miorandi. Ma l’urbanistica non è un tema elettorale: i risultati, per i non esperti, si vedono a distanza di dieci o più anni dai provvedimenti; il cittadino bestemmia per un quartiere progettato malamente, e difficilmente risale alle relative responsabilità politiche. Facciamo un test: quale sindaco è responsabile dello scempio di Trento nord? E chi della bella ristrutturazione del centro storico? L’unica a pagare la propria gestione dell’urbanistica è stata a Rovereto l’assessora Manuela Bruschetti, e il suo partito, i DS, ma appunto, Rovereto, con la sua focosa vitalità civica, è un caso a parte.

Intanto vediamo che nella classifica del Sole Ravenna ha scalzato Trento, vincitrice nel 2013, soprattutto grazie agli alti voti ottenuti in materia di servizi, ambiente e salute: tre fattori determinanti e questi sì di esclusiva competenza della nostra classe politica, provinciale e comunale. Motivo per cui riteniamo che se la qualità della vita da noi è sicuramente buona, è soprattutto dovuto alle ragioni storiche e culturali di cui sopra, più che alle attuali azioni della politica. Per questi motivi ci auguriamo che i candidati e i nuovi sindaci non pensino di riposare sugli allori di risultati che in gran parte non sono merito loro.