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Fermiamoci finché siamo in tempo

Mercoledì 7 febbraio sono stato ospite della trasmissione “Trentino in diretta”, che aveva come tema la gestione dei rifiuti, con particolare riferimento alla costruzione dell’inceneritore di Trento.

Nella trasmissione, condotta dal giornalista Paolo Mantovan, erano ospiti anche l’assessore all’ambiente e vice-presidente della giunta provinciale Alberto Pacher, Emanuela Varisco, con la quale condivido l’appartenenza al Coordinamento Trentino Pulito, l’ing. Walter Giordani, per anni tecnico di ASM ed esperto di energia come il sottoscritto e il consigliere della Lega Giuseppe Filippin. Ognuno, ovviamente, sosteneva le proprie tesi, chi supportandole con dati (io e Giordani, ovviamente essendo tecnici), chi con parole derivate dalla politica.

Io ho posto il seguente quesito all’assessore: “Perché perseguire la costruzione di un inceneritore, se la raccolta differenziata è in ascesa? Ha senso continuare su una scelta non più sostenibile nemmeno economicamente, oltre che dal punto di vista ambientale?” La risposta non è arrivata con supporti tecnici; l’assessore ha ribadito la scelta di costruire l’inceneritore, ha confermato che il bando è in predisposizione e che entro aprile sarà emesso, eludendo una risposta supportata da dati oggettivi che potessero confutare le mie tesi. A fronte di questa ottusa posizione, arroccata su scelte non più logiche e tecniche, ma solo politiche, anche l’ing. Giordani è arrivato a sostenere che, senza la costruzione di una rete di teleriscaldamento, costruire un inceneritore è assurdo. Un altro professionista, che non è certamente un anti-inceneritorista, ha confermato le mie tesi: l’inceneritore sarà una voragine energetica, che non servirà a nulla, appunto energeticamente parlando.

Infatti, per sfruttarne l’energia termica, sarebbe necessario realizzare una fitta rete di teleriscaldamento e per fare ciò ci vorrebbero 10-12 anni di lavori di scavi e adduzioni varie in giro per la città. Di fronte a ciò, l’assessore ha risposto dicendo che si potrebbe cominciare a teleriscaldare la zona interportuale!

Siamo alla farsa! Riscaldare capannoni mezzi vuoti! Non ci sono state date argomentazioni valide a sostegno della costruzione di un inceneritore e persino chi lo deve proporre politicamente è entrato in confusione quando è stato messo di fronte a dati tecnici che sostengono inequivocabilmente il disastro economico-energetico di un inceneritore, senza adeguato sfruttamento del potenziale energetico. E pensare che non siamo nemmeno riusciti a parlare dell’impatto ambientale, dell’impatto sul Trentino turistico, sull’immagine di “aria pulita” che abbiamo in giro per il mondo. Due tecnici che si occupano di energia da parecchi anni, con visioni opposte sul tema, hanno convenuto che l’inceneritore a Trento è un’assurdità, senza una rete di teleriscaldamento. E tale rete non sarà mai realizzata in tempi utili per lo sfruttamento del potenziale dell’inceneritore stesso.

 Perché perseguire questa strada obsoleta e fuori target per il Trentino? Non si può davvero pensare di ricalibrare il sistema di gestione dei rifiuti, introducendo la tariffa puntuale e gestendo l’indifferenziato residuo con tecniche innovative già applicate in giro per il mondo? Perché insistere su una strada sbagliata in partenza, a detta di tutti i tecnici che si occupano di energia? E, ripeto, abbiamo solo parlato di bilancio energetico! Se mettiamo in campo tutti gli altri fattori, quali impatto ambientale permanente, anti-economicità costruttiva e gestionale, immagine del Trentino compromessa, salute dei cittadini altrettanto compromessa per le emissioni dannose, potremmo tranquillamente dire: fermiamoci finché siamo in tempo! E lavoriamo assieme per darci un’alternativa nella gestione dei rifiuti che è possibile, senza incenerire, ma sfruttando l’energia generata dal recupero dei materiali; ricordando che si guadagna più energia recuperando che non bruciando; e questa non è un’opinione, ma un dato oggettivo.

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