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QT n. 3, 7 febbraio 1998 Scheda

"E poi vogliamo più soldi..."

L'invettiva dell'insegnante

Sono stati 147 i questionari distribuiti con cura, al principio di un collegio docenti, dagli studenti della V chimica A, per sapere l'immagine dominante del Novecento fra i professori dell'Iti di Trento, la scuola frequentata per anni con amore e sospetto, e da cui stanno per essere licenziati con un diploma in saccoccia. Quelli riconsegnati a fine riunione, debitamente compilati, sono stati 53, cioè il 35%. Nella stessa percentuale hanno risposto i diplomati in chimica degli anni passati nello stesso istituto, fra quelli a cui viene spedita la lettera in luoghi sperduti e lontani, fidando nella riconoscenza e nella fortuna, ma disponibili in tanti, ormai cittadini e lavoratori, a rinviare con qualche fatica per posta le buste con le risposte ai loro antichi insegnanti preoccupati e curiosi di scuola e lavoro.

Questo, di oggi, 35% ha un ben altro significato, lo capiscono grandi e piccini. I cento (quasi) docenti mancati ali 'appello hanno appallottolato il foglietto loro affidato da due giovani timorosi e ridenti, o l'hanno lasciato immacolato sul banco della rossa aula magna, o infilato nei pantaloni o in borsetta a morire d'oblio: troppa fatica avrebbe richiesto agli esimi docenti la scrittura con lapis o biro, o lì avrebbe pericolosamente distratti dall'attenzione sudata usualmente concessa alle pensose parole del preside. Già all'atto della distribuzione l 'interesse e i complimenti di alcuni furono ben pareggiati dallo sprezzo di altri, lasciando sorpresi e increduli i giovani ricercatori.

Anche questo dato è storia del '900: insegnanti che appallottolano il foglio con le domande degli studenti, per educarli così a uno spreco creativo. E' la delusione per anni di maltrattamenti - giustificava flebilmente un laborioso docente i colleghi che sul '900 hanno voluto mantenere il segreto.

In effetti dieci anni fa, poco più, subito dopo Cernobyl, gli studenti dì allora indagarono con analogo procedimento gli insegnanti dì allora sull'energia nucleare. Afe ottennero risposte utilissime, su scienza e tecnologia, politica ed estetica, ma soprattutto riebbero in mano l'82% delle carte distribuite. Risparmieranno tempo nella lettura i giovani d'oggi, e capiranno in aggiunta che la storia cammina al Cremlino e a Palazzo Chigi, scivola sul letame delle autostrade, arranca sbuffando nel palazzotto dell'Iti. In che direzione, sarà oggetto, speriamo, di riflessione.

Questo miserabile 35% non è però solo indifferenza e scoraggiamento, come effetto dei maltrattamenti subiti innocenti. E' causa che produce a sua volta pensieri e parole nei giovani, che a pranzo parlano con mamma e papa, e poi con la zia e la ragazzina. Lo stesso giorno del questionario anonimo sul '900, firmavano in massa e in bella scrittura i docenti dell'Iti documenti sindacali dì vario colore che gridavano "indignazione e vergogna" al nuovo provinciale integrativo contratto.

I pochi soldini in più per le arance, le vacanze, le videocassette, ti mendichiamo certo al tavolo del ministro e dell'assessore in realtà lì contrattiamo con i ragazzi che abbiamo fra i banchi, e con quelli che ci fanno quattro domande sul "secolo breve". Lo sanno anche loro, e ne porteranno il ricordo fin nel secolo nuovo.