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QT n. 17, 13 ottobre 2007 Scheda

Su cosa si è votato

Andrea Grosselli

Il testo dell’accordo è stato siglato lo scorso 23 luglio dal governo Prodi, da Cgil, Cisl, Uil e da Confindustria. Prevede una serie di modifiche al sistema previdenziale, alle norme sul lavoro e agli ammortizzatori sociali, nonché interventi per migliorare la competitività. In sintesi ecco alcuni punti qualificanti dell’accordo che, se vinceranno i Sì, dovranno essere tramutati in legge dal Parlamento.

Pensionati.

Viene introdotta la quattordicesima per le pensioni più basse che varia in base al reddito e all’azianità contributiva. Si va da un minimo di 336 euro ad un massimo di 504. Nel contempo vengono innalzati gli assegni per le pensioni sociali, per arrivare almeno a 580 euro per chi ha più di 70 anni . Il provvedimento è già diventato legge.

Giovani e ammortizzatori sociali.

Sarà più facile riscattare la laurea e totalizzare i propri contributi previdenziali, mentre verrà progressivamente innalzata la contribuzione Inps per i collaboratori. L’accordo fissa anche un minimo nel tasso di sostituzione delle future pensioni che dovranno raggiungere almeno il 60% della retribuzione. Vengono poi estesi i periodi di disoccupazione ed aumentate le indennità. Inoltre anche il periodo in cui si accede alle prestazioni dell’indennità di disoccupazione verranno calcolati ai fini pensionistici.

Lavori usuranti.

Potranno contare su uno sconto di tre anni sull’età pensionabile i lavoratori occupati in impieghi svolti in cava o galleria, nei turni notturni e alla catena di montaggio. L’accordo fissa un tetto indicativo di 5.000 lavoratori all’anno che potranno beneficiare dello sconto.

Mercato del lavoro e competitività.

Viene abolito il job on call e sullo staff leasingsi prevede l’attivazione di una commissione ad hoc. Dopo 3 anni di contratto a termine solo un accordo sindacale potrà consentirne la proroga. Verranno incentivati i part time lunghi. Vengono poi detassati i premi di risultato, sui quali però verranno pagati i contributi previdenziali, mentre sono abolite le maggiorazioni contributive sul lavoro straordinario.

Età pensionabile.

L’accordo introduce una progressione nell’aumento dell’età pensionabile. Dal 1° gennaio 2008 si andrà in pensione con 58 anni d’età e 35 di contributi. Dal gennaio 2009 con almeno 59 anni d’età e 36 di contributi o 60 d’età e 35 di contributi (quota 95). Dal gennaio 2011 si andrà in pensione a quota 96, ovvero 60 anni d’età e 36 di contributi o 61 anni d’età e 35 di contributi. Non si provvede all’immediata modifica dei coefficienti di trasformazione, mentre viene confermata la possibilità per le donne di accedere alla pensione di vecchiaia a 60 anni.

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