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“Dolce cuor del mio Gesù...”

Una novità editoriale fatta di preghiere ed esorcismi.

Per non risalire troppo indietro negli anni, nell’Ottocento c’era il famoso Abate Julio, con le sue raccolte di preghiere ai santi, esorcismi e formule cabalistiche per superare ostacoli e problemi, guarire i malanni fisici e allontanare le influenze del Maligno. L’Abate ci ha lasciato anche una considerevole raccolta di talismani disegnati su pergamena con un alfabeto segreto. Insomma, ad un passo da Wanna Marchi. Tempi oscuri - si dirà - ma già allora il Vaticano ebbe qualcosa da ridire.

Di tempo ne è passato, ma siamo ancora lì, o forse è meglio dire che ci stiamo tornando: come ricordavamo nel numero scorso, fra riabilitazioni del Simonino e redivive messe in latino, tira un’aria pesante. Ed ecco che appare, riscuotendo – sembra – un gran successo, un nuovo manuale di preghiere ("Le mie preghiere per il cristiano e la famiglia") indirizzate a Dio, alla Madonna, a Cristo, agli angeli, al Sacro Cuore di Gesù, alla Trinità, alla Sacra Famiglia e ai santi; poi preghiere per particolari evenienze, e infine anche qualche esorcismo contro i malefìci. C’è ad esempio la preghiera per i depressi ("Allontana da me i ricordi negativi e dolorosi..."), per gli arrapati ("Signore, non mettermi in balia di sguardi sfrontati... Sensualità e libidine non s’impadroniscano di me..."), e – segno della modernità - per chi si appresta a partecipare ad un meeting. Fino a fantasiose preghiere in rima, non prive di ambiguità: "Fammi Gesù diletto/ dormire sul tuo petto..., stammi sempre d’intorno/ finché ritorna il giorno... ".

L’iniziativa editoriale, segnalata in un primo tempo dal Trentino, è stata poi ripresa da Repubblica, che ne ha fatto un piccolo caso nazionale, al che i quotidiani locali, nei giorni scorsi, sono tornati in argomento.

L’autore del best seller è Enzo Redolfi, cappuccino solandro residente a Rovereto nel convento di S. Caterina, che d’altronde non è alla sua prima fatica di poligrafo religioso. Basta scorrere il suo sito www.lafedepenzo.it per accorgersi che il Nostro, oltre ad avere scritto altre opere, è fondatore e direttore del mensile "La fede", nonché diffusore della venerazione nei confronti di Maria Valtorta, una santa donna deceduta nel 1961 dopo lunghi anni trascorsi inchiodata su un letto, fra visioni celesti e una furibonda attività devozional-letteraria. La sua opera principe, "L’evangelo come mi è stato rivelato", consta di 10 volumi di 500 pagine ciascuno, più altre 3.000 pagine di opere minori (il tutto si può ordinare a frate Enzo: lafede@cheapnet.it).

Ma nonostante l’aura di restaurazione che spira, il padre provinciale dei cappuccini, Gabriele Moggio, non ha apprezzato quest’ultima iniziativa, come pure la restante attività del frate: "Mi sfugge il senso dell’operazione... Mi sembra emergere una devozione piegata al sentimentalismo... ". Quelle di fratel Enzo sono "scelte assai discutibili, come quando glorifica la visionaria Maria Valtorta, proponendo un modo di sentire e vivere la fede che doveva essere quanto meno discusso".

La censura del superiore non riesce però a zittire Enzo Redolfi, che fra le sue virtù non sembra annoverare l’umiltà: "Ho studiato teologia 6 anni, – replica - ho meditato la Bibbia..., ho pregato, ho predicato nelle messe domenicali..., ho studiato a Roma giornalismo dove una scintilla è entrata in me... e perciò credo di poter dire il mio pensiero e di esprimere i miei talenti, secondo quei diritti che la nostra Italia ha fissato nell’art. 21 della Costituzione".

Questo richiamo alle regole dello Stato laico non inganni: per tutto il resto il cappuccino di Rovereto ha lo sguardo rivolto all’indietro. Quali sono, secondo lui, le urgenze della Chiesa? "Puntare sull’adorazione eucaristica e la catechesi degli adulti. Tornare a fare come si faceva in passato". E ancora: "Satana esiste, diffonde menzogna, scuote gli animi, corrompe i superbi, acceca i materialisti, scoraggia i buoni, crea divisioni. L’articolo contro di me è una di queste prove".

E poi – nota inevitabile – il pessimismo: "Mi viene un pochino di sconforto quando viaggio sugli autobus. I giovani sono pieni di rumori, di musica, di frastuono, di chiasso....".

Malgrado i rabbuffi dall’alto, le mene di Satana e le buie prospettive future del mondo, il frate è però sodddisfatto: "Le critiche che mi sono venute in questi anni sono sempre giunte da persone – soprattutto confratelli – che per principio non mi hanno mai letto. Ma la gente, non solo vecchiette e bambini, legge con gratitudine e mi sostiene moralmente ed economicamente... Ho lavorato, in questi giorni, ore e ore per preparare i pacchi da spedire, viste le numerosissime richieste da tutta Italia". Quando c’è l’audience, c’è tutto!