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QT n. 7, 8 aprile 2006 Servizi

Mobilità pubblica in Valsugana: le parole e i fatti

I poco confortanti risultati di un incontro organizzato da un comitato di cittadini.

Comitato “Perun’altra Pergine”

L’obiettivo principale dell’incontro-dibattito "Centro Intermodale Pergine Valsugana – Un nuovo tassello nel quadro della mobilità provinciale", da noi organizzato il 10 marzo scorso, è stato raggiunto: far incontrare amministratori e cittadini per discutere di mobilità pubblica in Valsugana.

La partecipazione dei cittadini è stata notevole in numero ed attenzione. Numerosi ed argomentati gli interventi del pubblico, su questioni pratiche e quotidiane, ma anche sulla logica e sulla programmazione delle opere realizzate e da realizzare.

Il Centro Intermodale di Pergine: grandioso ma purtroppo inutilizzato.

Un interesse testimoniato anche dal fatto che la maggior parte delle persone presenti (più di 80) si sono trattenute fin verso le undici e mezzo di sera, fin quando cioè gli amministratori hanno sollecitato la chiusura della serata.

Alla soddisfazione di aver raccolto la disponibilità degli amministratori invitati (tre dei quali presenti personalmente ed uno rappresentato da un dirigente del servizio) non si è però aggiunta quella di ottenere da loro qualche dichiarazione confortante sulle prospettive del trasporto pubblico da e per Trento.

Le risposte raccolte sui vari aspetti portati all’attenzione sono state, al contrario, disarmanti e preoccupanti.

In sintesi possiamo dire che non solo allo stato attuale, ma anche nella programmazione a medio termine (dieci, vent’anni), il Centro Intermodale di Pergine non assolverà alle funzioni per il quale è stato pensato, progettato e realizzato: il ruolo di Centro Intermodale, così ampiamente sbandierato dai nostri amministratori, scritto nero su bianco sugli opuscoli distribuiti in occasione della sua inaugurazione, affisso con linguaggio pomposo alle facciate della vecchia stazione, resterà disatteso chissà per quanto.

A proposito della linea ferroviaria, possiamo così riasssumere quello che hanno detto Pettenella (Trenitalia) e Andreatta (Dipartimento Trasporti PAT):

- non è in corso nessuna trattativa di acquisto della linea della Valsugana da parte della Provincia, ma questo è ininfluente sia sugli investimenti in atto che su eventuali futuri.

- vi sono già oggi dei problemi strutturali che non permettono di aumentare la frequenza dei treni da e per Trento; i lavori in corso e l’acquisto di nuovi treni li risolveranno solo in parte;

- lo studio riguardante le frequenze dei treni auspicabili, la progettazione delle strutture che le permettono e la loro realizzazione, sono processi che durano decenni, e si è solo all’inizio. Non è quindi possibile fornire nessuna garanzia; gli studi disponibili oggi consentono una frequenza minima dei treni di 20 minuti in un senso e di 30 nei due sensi di marcia; risultati raggiungibili solo con l’acquisto di altri 6 treni "Minuetto", da aggiungere ai 9 esistenti.

Per quanto riguarda il servizio trasporto urbano a Pergine, possiamo così sintetizzare quanto affermato da Ceola (Trentino Trasporti) e Anderle (Sindaco di Pergine):

- la mancanza di coincidenze fra treni ed autocorriere è dovuta ad una programmazione del tutto indipendente dei due servizi;

- la scarsa volontà di arrivare ad una coincidenza fra le corse dei due servizi è giustificata dall’indisponibilità degli utenti ad effettuare un trasbordo fra i diversi mezzi. La qual cosa è giustificabile per gli utenti provenienti da Pinè e Civezzano, che giustamente non sono disposti ad arrivare a Pergine per poi recarsi a Trento, ma non per tutti;

- è allo studio la possibilità di effettuare un trasporto urbano per il solo centro di Pergine: dovrebbe essere operativo entro il 2007. Nessun programma esiste invece per un servizio di trasporto pubblico che colleghi il centro alle frazioni.

Ci siano concesse alcune riflessioni sulla serata, che abbiamo evitato di esprimere in quella sede per lasciare maggior spazio possibile agli interventi delle persone presenti.

Per gli amministratori presenti è impensabile l’elettrificazione o il raddoppio della linea. Il recupero della vecchia stazione di Roncogno è poi reso impossibile da problemi di carattere ambientale. Appare evidente, anche ai più sprovveduti, che il Centro Intermodale di Pergine non è "un nuovo tassello nel quadro della mobilità provinciale", ma una struttura fine a se stessa.

Un’opera costata oltre 11 milioni di euro (circa 22 miliardi di lire), per la quale sono già partiti i costi di gestione e manutenzione, è dunque destinata ad invecchiare e a diventare obsoleta a causa di una mancata programmazione. La realizzazione di una struttura che doveva essere l’interfaccia fra la mobilità su gomma e quella su rotaia, come dimostra la sua accurata progettazione, può essere inserita fra i tanti investimenti pubblici in un settore, l’edilizia, che sembra rappresentare da anni l’unica fonte di reddito in provincia di Trento.

In tempi di vacche magre, ancor più che in passato, possiamo tollerare che i soldi pubblici siano impiegati in opere col solo scopo di creare un indotto semplicemente per la durata della loro realizzazione?

Che dire dei cantieri per la costruzione delle stazioni di S. Chiara e di Villazzano (consegna prevista entro il prossimo luglio), a servizio di una linea sottoutilizzata e senza nessun programma di potenziamento?

Il proposito non è quello di creare un’alternativa amministrativa, ma di contribuire a pensare, proporre e realizzare uno sviluppo diverso del nostro borgo e delle sue frazioni che, senza rinunciare ad un naturale progresso, metta al centro la qualità della vita, la difesa dell’ambiente in cui viviamo e salvaguardi le nostre radici storiche, certi di dover consegnare alle future generazioni un territorio vivibile.

Che dire dei parcheggi al limitare del centro storico? Sono una risposta ai residenti come vuol far credere il sindaco di Pergine o non sono piuttosto un ostacolo alla promozione di un trasporto pubblico e un incentivo a nuovo traffico privato?

La partecipazione alla serata e le indicazioni emerse dal questionario elaborato dal nostro comitato dimostrano che la sensibilità dei cittadini verso l’utilizzo del mezzo pubblico è superiore a quella che i nostri amministratori amano dipingere. Degli amministratori che sembrano estraniati da una realtà quotidiana fatta di auto in coda, polveri sottili, blocchi del traffico, parcheggi insufficienti, patologie respiratorie in aumento…

Alle loro giustificazioni di aver ereditato scelte sbagliate prese nel passato, (peraltro ancora oggi perpetrate se si pensa all’enorme spreco di denaro per la realizzazione delle gallerie di Martignano, che oltre a non risolvere l’annoso problema del pendolarismo porteranno col tempo ulteriore nuovo traffico) non sembra corrispondere un’altrettanta pronta volontà a rimontare velocemente la china. Il tempo necessario per le nostre riflessioni ci ha permesso di assistere al teatrino delle dichiarazioni sull’interramento della linea ferroviaria a Pergine: 80 milioni di euro sarebbero spesi per "intubare" una linea sottoutilizzata, per la quale non ci sono programmi futuri.

Lasciamo ogni valutazione finale ai contribuenti ; ci pare tuttavia utile segnalare, a chi sta pensando di comperare una casa a Pergine, l’assenza di un progetto di metropolitana di superficie che alleggerisca la viabilità da/per Trento e di un trasporto pubblico urbano che colleghi le frazioni al centro.

Chi siamo

"Per un’altra Pergine" è un comitato spontaneo ed aperto, dove ogni persona può partecipare, esprimersi e dare un contributo. Non esiste presidente né direttivo; non è emanazione di partiti, né è un partito. Nel comitato, nato nella primavera del 2004, ci accomuna soltanto la volontà di immaginare un futuro diverso per Pergine.

Perché il comitato è nato? In questo ultimo decennio il territorio di Pergine ha subito uno sviluppo urbano incontrollato che, oltre a compromettere irrimediabilmente il paesaggio e l’ identità del paese, sta creando notevoli problemi di vivibilità. Allarmati da questa situazione e sentendo che ormai da troppi anni le amministrazioni che si sono succedute hanno prestato scarsa attenzione a quanto richiamato nell’articolo 4 dello Statuto comunale, alcuni cittadini si sono attivati spontaneamente dando vita al comitato .