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QT n. 1, gennaio 2023 Trentagiorni

“Perfido”, il picchiatore

Cassate in Cassazione le raffinatezze processuali che hanno graziato il massacratore dell'operaio Hu Xu Poi

Mustafà Arafat, il violento picchiatore dell’operaio Hu Xu Pai, e Giuseppe Paviglianiti, presidente dell’associazione Magna Grecia, erano stati giudicati con rito abbreviato l’11 febbraio del 2022. Inaspettatamente la Procura aderì alla richiesta di patteggiamento della difesa, il giudice Enrico Borrelli lo accoglieva e così i due se la cavavano con una pena mite, 2 anni e 3 mesi il primo, 1 anno e 6 mesi il secondo.

Lo sconcertante patteggiamento concesso a Mustafa Arafat” avevamo commentato. Infatti il capo d’imputazione così lo descriveva: “Rappresenta il braccio armato del sodalizio eseguendo personalmente atti intimidatori in pregiudizio di altri imprenditori, lavoratori, debitori” e così via. Di analoga triste fama gode in valle.

La drastica riduzione di pena era stata resa possibile grazie alla derubricazione dal reato di cui all’art. 416 bis - associazione mafiosa - inizialmente ipotizzato, all’ art. 418 comma 2 – assistenza agli associati.

E cosa sarebbe l’assistenza? “Dare rifugio o fornire vitto, ospitalità, mezzi di trasporto, strumenti di comunicazione” agli associati. Insomma, prestare l’automobile a un mafioso, non pestare o intimidire secondo le direttive mafiose.

Questo esito aveva una sua motivazione in un’ottica di strategia processuale. Evidentemente la Procura nel primo processo del filone Perfido aveva voluto portare a casa “l’assistenza all’associazione mafiosa”, che voleva implicitamente dire che l’associazione esisteva. E così poi, per gli imputati di maggior rilievo, era molto più facile far scattare il reato associativo, il 416 bis attorno a cui tutto ruota.

Sono le finezze del diritto, che non ci appassionano, e che in questo caso rimettevano a piede libero un soggetto pericoloso, dando fiato a chi, nella valle del porfido incita a non testimoniare, tanto tutto si risolve in nulla e poi si devono fare i conti.

Per fortuna la Procura Generale della Corte d’Appello ha fatto ricorso contro il patteggiamento, e il 21 dicembre scorso la Cassazione lo ha annullato, rinviando il procedimento a un nuovo giudice. Bene.