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QT n. 1, gennaio 2019 Rubriche: QTech

Assistenti vocali

Un confronto tra Alexa e Siri

Il primo è stato Siri, il sistema di riconoscimento vocale di Apple. Google ha risposto con Google NOW per Android, mentre sui PC Windows è disponibile Cortana sin dai tempi di Windows 10. Da fine novembre 2018 è arrivato in Italia anche il sistema di riconoscimento vocale di Amazon, Alexa, e da allora non si parla d’altro.

Sono i sistemi di riconoscimento vocale, software collegati a Internet in grado di capire una richiesta a voce, e di dare una risposta coerente, facendo leva sulle risorse presenti in rete. Si possono avere informazioni di vario tipo, fare chiamate telefoniche, fino a poter controllare alcuni dispositivi domotici (accendere luci o avviare lavatrici). Ed è proprio fra Siri ed Alexa che vogliamo concentrare il confronto.

Quando Siri arrivò sul mercato, assieme agli iPhone, si aprì l’interesse sul riconoscitore vocale. Rispetto ai riconoscitori precedenti, Siri si fece notare per la sua flessibilità: la stessa domanda poteva essere rivolta in vari modi, e la precisione della risposta era soddisfacente. Si poteva (e si può ancora: il sistema è tuttora disponibile) effettuare una chiamata a comando vocale, o interagire con le app dell’universo Apple per fissare un appuntamento in agenda o scrivere un promemoria. Oggi Siri continua ad estendere le sue funzioni e offre diversi servizi in comando vocale: le previsioni del tempo, i risultati di calcio e altro, e si sta sviluppando per la domotica. La condizione è che si possa accedere a Internet, per WiFi o rete cellulare.

Quanto ad Alexa di Amazon, il sistema era disponibile in inglese e tedesco già dal 2017, ma è con l’introduzione dell’italiano che il sistema ha preso piede da noi. Per averlo, bisogna acquistare da Amazon uno dei prodotti che lo incorporano: casse altoparlanti (Amazon Echo) che si collegano alla rete WiFi di casa e quindi a Internet. Ma è possibile accedere ad Alexa anche attraverso le apposite app da smartphone.

Il sistema ha avuto un gran successo di vendite per Natale, tanto che la mattina del 25 i server europei di Amazon hanno avuto qualche problema per il sovraccarico di richieste d’accesso.

Per avere un’idea di come la cosa funziona, basta dire: “Alexa, che tempo fa oggi?” (ogni richiesta deve iniziare con la parola “Alexa” per attivare l’assistente vocale) e quello risponde con le previsioni della zona in cui ci troviamo. Ma se specifichiamo “Alexa, che tempo fa domani a Oslo?”, possiamo preparare la valigia senza rischiare di morire assiderati.

Ma c’è di più: dato che il sistema si collega a Internet, le possibilità sono infinite. Ad esempio, potete usare il sistema Drop In di Amazon Alexa per parlare dallo smartphone ovunque siate, con il sistema Echo in casa. Chi è in casa, sentirà la vostra voce arrivare dal dispositivo (spaventandosi): se lo provate, quindi, ricordatevi di preavvisare.

Inoltre, si può usare Alexa per comunicare con altre persone: se chiediamo: “Alexa, manda un messaggio a Pinco Pallo”, l’assistente vocale chiederà dettagli relativi al messaggio, registrerà le vostre parole e le farà ascoltare a Pinco Pallo, purché sia iscritto al servizio. Ovviamente è possibile registrare appuntamenti in agenda, così come con Siri.

È possibile attivare le cosiddette Skills, funzionalità aggiuntive, collegando Alexa a un gran numero di app che consentono, ad esempio, di ascoltare le principali radio nazionali e internazionali, o di collegarsi a Wikipedia. Fra le skills abbiamo trovato perfino la registrazione del famoso discorso di Luther King (“I have a dream”), da ascoltare direttamente da Echo, o i suggerimenti per gli esercizi fisici.

Infine non bisogna dimenticare le applicazioni di domotica: ad Alexa possono essere associati prodotti come prese elettriche smart, collegate alla WiFi e gestibili a distanza: se caricate la lavatrice al mattino, ma volete avviarla quando la tariffa energetica è bassa, basta collegarsi all’app ovunque voi siate e parlando al telefono potrete chiedere alla presa Smart di attivarsi, avviando la lavatrice.

Cosa emerge dal confronto delle due applicazioni? Di Siri ci piace la flessibilità di poterlo utilizzare tramite il telefono Siri, dando il meglio di sé in automobile: essendo vietato l’uso dei cellulari in auto, la possibilità di rispondere al telefono, o di chiamare o di fissare un promemoria senza digitare e quindi senza togliere le mani dal volante, è molto comodo. Bisogna però scandire bene le parole, altrimenti rischiate di trovarvi con dei promemoria poco comprensibili.

Le funzionalità di Alexa, sono concepite per un uso più domestico, e quindi meno portabile, ma in prospettiva ha una varietà di applicazioni praticamente infinita, grazie all’universo di Skill, anche di terze parti. Sul riconoscimento vocale, Alexa è più flessibile rispetto a Siri: anche parlando veloce o mangiandosi qualche parola, difficilmente Alexa sbaglia. Siri invece è più pignola, pur restando entro margini accettabili: a volte la dettatura degli appuntamenti si perde qualche pezzo, e bisogna fare un po’ di pratica. Si tratta comunque di due sistemi facilmente utilizzabili, che non richiedono grandi abilità informatiche, solo un po’ di pazienza e di pratica. Grazie a questi sistemi, quel che sembrava un futuro remoto è una realtà. Se oggi il riconoscimento vocale appare un gadget per appassionati di tecnologia, presto potrebbe essere la base per creare servizi impensabili: aiuto ai disabili, controllo in remoto di dati sanitari e cose di questo tipo. Staremo a vedere.

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